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18 Ottobre 2019

Assimpredil prova a ripartire (video)

di G.I.

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Semplificazione, innovazione e green economy: sono solo alcune delle sfide lanciate dai costruttori dal palco dell'assemblea annuale di Assimpredil Ance a Milano.

Una sfida che è anche una richiesta di "ascolto" al Governo quella fatta da Marco Dettori, presidente di Assimpredil Ance, l'associazione dell'Ance che raggruppa le imprese di costruzione di Milano, Lodi, Monza e Brianza: "Serve un cambio di rotta culturale e serve capire che fare l'imprenditore è una vocazione seria che l'Italia sta perdendo e che si sta perdendo anche qui, dalle nostre parti. Noi non esigiamo regole più tolleranti, non puntiamo il dito contro le istituzioni, non minacciamo l'abbandono del campo. Ma essere ascoltati, capiti, per generare risposte deve diventare un obbligo, non nell'interesse del settore, ma della collettività. Le cose non avvengono per caso - ha aggiunto Dettori -. Milano è grande perchè in questi anni imprenditori come noi hanno avuto il coraggio di scommettere sul suo futuro, perchè con tenacia abbiamo percorso lunghe e mai finite procedure urbanistiche ed edilizie, perchè abbiamo costruito alleanze e dato un'immagine di economia dinamica e operosa. I problemi sono sempre gli stessi - ha sostenuto - cioè l'assenza di una visione strategica che ponga la crescita al centro dei valori della politica, il sistema burocratico e amministrativo lontano dai tempi dell'economia, la vacuità degli impegni assunti rispetto alla capacità di misurare i risultati e di intervenire con un'agenda chiara delle priorità".

Priorità che i costruttori riassumono in 10 punti per evitare quelle leggi e quella burocrazia  che "zavorrano", una concorrenza distorta, un sistema del credito che non aiuta, limiti e barriere culturali della filiera al cambiamento che  "non generano certo un contesto facile in cui fare impresa".


Ecco le priorità:
•    la semplificazione;
•    la discrezionalità e la responsabilità della PA;
•    i tempi dei processi autorizzativi;
•    i costi del Fare Impresa;
•    il prelievo fiscale;
•    l'economia circolare e la green economy;
•    il nuovo modello di relazioni contrattuali;
•    il valore della legalità;
•    gli investimenti pubblici;
•    l'innovazione al centro della trasformazione digitale della filiera.

In particolare, proprio riguardo a questo ultimo punto i costruttori chiedono un progetto Paese di innovazione nelle costruzioni, un piano edilizia 4.0 che ricostruisca una filiera "in cui trovino spazio più ampie connessioni tra le varie componenti con misure di sostegno e strumenti specifici.

Proprio dal cantiere 4.0 – sottolinea Dettori - può prendere forma l'obiettivo annunciato dal Governo di un Green New Deal in cui ambiente e innovazione possono trovare un ampio terreno di sviluppo.
Le città, e in particolare Milano con la sua Area Metropolitana, stanno vivendo una occasione unica di rilancio, ma non dobbiamo mai dimenticare che la forza di questo territorio è legata alla sua storia di operosità e di capacità di integrazione e attenzione ai più deboli.
 

"Noi imprenditori – ha proseguito Dettori – che abbiamo radici e storia proprio in questo territorio, chiediamo che ci sia consapevolezza sulla difficoltà di sopravvivere in un contesto che sembra anteporre il consenso politico alla crescita di chi produce, lavora, intraprende. Le opportunità che si aprono sono tantissime, eppure qualcosa in questa euforia mediatica scricchiola: lo confermano i dati di previsione del PIL di Camera di Commercio, i numeri delle transazioni, il numero delle nostre imprese che chiudono. Allora, forse, è giusto chiedersi se per il futuro non sia necessario un progetto di crescita che ponga attenzione al tessuto delle piccole e medie imprese, mettendole in condizione di poter continuare a lavorare. I grandi progetti di rigenerazione cambieranno il volto di questo territorio e porteranno vantaggi in tanti comparti. Sono però i piccoli progetti di ricucitura e di micro rigenerazione, di efficientamento energetico e ristrutturazione profonda, che saldano la città e  generano sostenibilità ".
Nello specifico, sono 132mila le imprese del comparto costruzioni in Lombardia, su un totale italiano di 737.000, secondo una rielaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sui dati del registro delle imprese 2019 e 2018, diffusa in occasione dell'assemblea di Assimpredil Ance. Occupano 273.000 addetti, che raggiungono quota 1.374.000 in Italia. Il business regionale è di 32 miliardi di euro, su 112 miliardi in Italia, di cui 19 miliardi a Milano. Nella regione si contano 93.000 imprese nei lavori specializzati, settore in cui la Lombardia arriva a pesare un quinto di tutta Italia, che ne ha 481.000 e 38.000 nella costruzione di edifici. A Milano si registra un miglioramento: +0,8% in un anno le imprese e +3% gli addetti, per un totale di 41.000 imprese e 99.000 addetti. A Monza ci sono 12.000 imprese, stabili e 19.000 addetti. A Lodi quasi 3.000 imprese e 5.000 addetti, stabili. Bergamo ha 18.000 imprese e Brescia 16.000, Monza 12.000 e Varese 11.000, mentre ne hanno circa 7.000 a Como e Pavia. Sono quasi 7.000 le imprese del settore guidate da una donna, di cui oltre 2.000 a Milano. Sono a quota 11.000 i giovani, a Milano oltre 3.000. Gli stranieri pesano un quinto, con 29.000 imprese e a Milano sono 12.000, quasi uno su tre sull'edilizia del territorio.

Questo articolo, con la videointervista, è presente su REview di questa settimana. Leggi gratuitamente il numero completo!

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