Ultime notizie

28 Agosto 2016

Una cura urgente per il territorio nazionale

di Luigi Dell'Olio, Monitorimmobiliare

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Purtroppo in Italia si costruisce bene, con criteri antisismici, solo dopo un terremoto grave”. La conclusione alla quale è arrivato Enzo Boschi, ex-presidente dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), va dritta al cuore del problema. Indicando la strada da (non) seguire nella ricostruzione dopo il terremoto che ha devastato il Centro Italia causando oltre 260 vittime.

Cosa fare

“A Norcia, dove dopo il terremoto del 1979 si è proceduto con interventi antisismici sugli edifici, i danni provocati dal sisma di questa notte sono quasi irrilevanti”, ha aggiunto l’esperto. Diverso, e ben più tragico, invece il destino per Amatrice, Arquata del Trento e Accumoli, ridotti in macerie.

Al di là dell’emergenza e del dovuto monitoraggio, resta la questione politica. Si attendono interventi dal 2003, anno nel quale è stata pubblicata la Mappa del rischio sismico in Italia, ma intanto 13 anni sono passati invano. Un pensiero condiviso da Fabio Tortici, Presidente Fondazione Centro Studi del Consiglio nazionale dei geologi, secondo il quale è fondamentale “un continuo aggiornamento” della mappa.

Di sicuro, la macchina del Governo si è già messa in moto per studiare soluzioni concrete. L’ipotesi, tutta da verificare sul piano della fattibilità, è di arrivare ad approvare un piano di prevenzione da 4 miliardi l’anno per 20 anni, 2 miliardi per l’idrogeologico e 2 per l’antisismico. O, almeno, è quello che servirebbe secondo l’analisi di Mauro Grassi, coordinatore della task force per gli Interventi antidissesto idrogeologico della Presidenza del Consiglio.

Associazioni in campo

In attesa che il quadro si chiarisca (ci vorranno diverse settimane, anche per dare il tempo di un proficuo dialogo con l’Europa alla ricerca di risorse), dalle associazioni di settore arrivano alcune proposte. Per Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, le parole di circostanza servono a poco: “Le ore che seguono un evento tragico come quello che stiamo tuttora vivendo dovrebbero essere riservate al raccoglimento invece stiamo assistendo a un profluvio di dichiarazioni, di proposte risolutive, di sentenze sugli errori compiuti”. Confedilizia, ricorda il presidente, non ha né ricette, né formule salvifiche. Ritiene, però, che la strada da seguire sia quella delle “politiche di incentivazione, soprattutto fiscale, degli interventi per la tutela del patrimonio immobiliare e per la prevenzione dei danni da calamità”.

Sul tema è intervenuto anche Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, esprimendo il cordoglio della federazione “a tutte le vittime, la solidarietà e la nostra vicinanza alle popolazioni terremotate assicurando che non faremo mancare il nostro contributo e il nostro sostegno alle famiglie e alle imprese duramente colpite dal sisma”. Vicinanza alle vittime di questa tragedia è stata espressa anche da Fimaa, che ha anche aperto una sottoscrizione libera e volontaria tra le proprie associazioni territoriali e le rispettive reti di associati.

Fascicolo sì, ma solo se aggiornato

Da Anaip sottolineano come sia sbagliato pensare di intervenire solo quando vi sono disastri. “Aspettare che avvengano crolli o eventi calamitosi drammatici, come il terremoto che ha colpito le Regioni dell’Italia centrale, per ritornare a parlare della sicurezza dei nostri edifici è assurdo”, sottolinea l’associazione. Che prende posizione in merito al fascicolo o libretto del fabbricato di cui si discute molto in questi giorni, sottolineando che “è utile se si procede a un costante aggiornamento dello stesso e anche in questo caso occorre non solo che venga redatto da tecnici qualificati, ma che sia economicamente sostenibile dall’utenza”.

Dolore viene espresso anche dall’Ance, con il presidente Claudio De Albertis che indica la strada da seguire per minimizzare i rischi di altre tragedie simili.

“Un piano di investimenti pubblici mirati per la manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti e l’uso intelligente della leva fiscale, con l’estensione del bonus antisismica del 65% per i lavori di prevenzione e messa in sicurezza statica”.

Occupare le case sfitte

Nelle zone limitrofe (in un raggio di 20-30 km) all’epicentro del terremoto fra Terni, Rieti, Spoleto, Foligno San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno e Teramo c’è la disponibilità di circa 30mila case vuote che potrebbero essere messe a disposizione degli sfollati accorciando i disagi per le persone coinvolte, evitando la costruzione di tendopoli e spese connesse di Protezione Civile.

La proposta arriva da Solo Affitti che nei giorni scorsi aveva diffuso uno studio sulle oltre 7 milioni di case sfitte in Italia. “Sentendo all’alba le tristi notizie sul terremoto – dice Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – ho pensato allo studio che abbiamo fatto di recente e che forse una soluzione immediata per alleviare il disagio delle persone rimaste senza casa poteva essere quello di utilizzare questo patrimonio immobiliare subito disponibile, evitando ulteriori interventi di protezione civile”. I comuni con la maggior disponibilità di case sfitte sono nell’ordine San Benedetto del Tronto (oltre 6.300), Spoleto e Rieti con circa 5.200. Teramo e Foligno contano 4.000 immobili sfitti. Terni quasi 1.900.

Sospensione dei mutui

Intanto anche il settore finanziario si mobilita per affrontare l’emergenza. L’Abi invita gli associati a sospendere i mutui nelle zone colpite dal sisma. “Al fine di offrire sollievo al grave disagio socioeconomico causato dal sisma, l’Abi - si legge in una nota - in coerenza con le previsioni contenute nello specifico protocollo d’intesa sottoscritto con la Protezione Civile e le associazioni dei consumatori lo scorso 26 ottobre, volto ad assicurare ovunque nel Paese equità e tempestività degli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, sta sensibilizzando i propri associati ad adottare ai residenti nei territori colpiti le previste sospensioni delle rate dei finanziamenti ipotecari collegati agli immobili residenziali, commerciali e industriali che abbiano avuto danneggiamenti anche parziali”.

Alcune grandi banche si sono già mosse in questa direzione. UniCredit ha disposto una moratoria di 12 mesi sulle rate dei prestiti alle imprese nelle zone colpite e sui mutui in essere sugli immobili delle famiglie che hanno subìto danni in seguito al terremoto. 

Inoltre, mette a disposizione un plafond iniziale di 250 milioni di euro per l’erogazione di finanziamenti finalizzati al ripristino degli immobili colpiti ed alla ripartenza delle attività imprenditoriali, a condizioni agevolate.

Il gruppo Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di 250 milioni di euro per finanziamenti finalizzati al ripristino delle strutture danneggiate (abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigianali, aziende). 

Inoltre è in fase di attivazione una raccolta fondi per sostenere la popolazione del territorio, l’applicazione di misure di esenzione per i prelievi e nuovi finanziamenti. 

Il Gruppo è inoltre disponibile ad avviare tutte le misure necessarie per venire incontro all’esigenza di posticipazione dei pagamenti sui finanziamenti in essere, in accordo con le misure governative che saranno attuate al riguardo.  Intanto Bnl ha previsto la possibilità di sospendere il pagamento - per un periodo pari a sei mesi - delle rate dei prestiti e dei mutui in essere relativi a immobili residenziali, commerciali e industriali che abbiano subito danni, anche parziali, a seguito del sisma. 

La banca, inoltre, mette a disposizione linee di credito per le immediate esigenze di ricostruzione e il riavvio delle attività imprenditoriali, mediante soluzioni di finanziamento ad hoc: “Prestito Solidarietà” per famiglie e imprese.

Tutte misure ultili ad alleviare il dolore di chi è stato colpito da questa immane tragedia, anche se la priorità resta la programmagazione per evitare di dover sempre intervenire sull’emergenza.

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Lendlease: MIND continua a crescere con i cantieri di WestGat