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9 Ottobre 2015

Torino innova le valorizzazioni. Intervista al sindaco Fassino

di Maurizio Cannone

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Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente di Anci, Associazione nazionale comuni italiani, illustra a Monitorimmobiliare le novità nelle valorizzazioni degli immobili pubblici nella capitale piemontese.

D: Il nostro Paese dispone di un patrimonio immobiliare pubblico imponente. Grazie all’opera di ottimizzazione molte strutture possono essere vendute sul mercato e in questo modo reperire risorse per abbattere il debito pubblico e rilanciare l’economia. Come valuta questo tipo di attività? Sono condotte al meglio? Si possono migliorare le procedure?

R: La valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare sta diventando un’attività sempre più strategica per gli enti pubblici che si prefigge da un lato l’obiettivo di abbattere il debito e liberare risorse per rilanciare gli investimenti, dall’altro favorire iniziative private  mettendo sul mercato immobili che spesso si prestano a importanti interventi di valorizzazione. E’ quindi fondamentale perseguire questa strada non solo valorizzando e alienando il patrimonio non strategico, ma anche razionalizzando ed efficientando quello strumentale all’esercizio delle funzioni. La ex Provincia di Torino aveva già intrapreso da qualche anno questo percorso virtuoso riducendo drasticamente le sedi degli uffici e adesso la Città Metropolitana intende proseguire su questa strada. Con riferimento alle procedure è necessario prestare particolare attenzione alle caratteristiche del bene da valorizzare con le procedure più opportune senza tralasciare i più moderni strumenti di gestione del patrimonio immobiliare quali i fondi. 

R: Nel concreto, la città metropolitana di Torino ha avviato il bando per la vendita di diversi immobili, anche di pregio. Pensa troveranno interesse da parte degli investitori privati?

D: Il momento di mercato come noto non è semplice, ma i nostri immobili sono decisamente interessanti. Un esempio: il complesso dell’Area Ponte Mosca, in asta a poco più di 8 milioni, nell’ambito del quale sono possibili importanti interventi di valorizzazione grazie anche a una variante approvata dalla Città di Torino. Ricordo che l’Area Ponte Mosca è stata individuata dalla Città di Torino tra quelle idonee per caratteristiche e localizzazione al rafforzamento della rete di residenzialità universitaria ed anche  per le strutture di supporto alla presenza studentesca in città quali ristorazione, servizi culturali e sportivi, luoghi di aggregazione.

D: Sembra che tra gli investitori sia tornato l’interesse per gli immobili, proprio per la tipologia che a Torino viene posta in vendita. Perché un investitore istituzionale dovrebbe investire in immobili pubblici?

R: Perché sono un’opportunità d’investimento specialmente in un momento nel quale vi sono chiari segni di ripresa dell’economia e del mercato del mattone come testimoniato dal notevole incremento di mutui finalizzati all’acquisto di immobili. D’altro canto va evidenziato che il mercato immobiliare sconta ancora valori e prezzi interessanti per gli investitori, anche se la Città Metropolitana non intende svendere il proprio patrimonio che anzi è un valore da tutelare nell’interesse della collettività.

D: Uno dei limiti a detta degli operatori è rappresentato dall’incertezza della normativa, specie per la destinazione d’uso futura degli immobili. Lei, come sindaco di Torino, potrebbe probabilmente dare un nuovo impulso a queste operazioni e rappresentare un nuovo paradigma per tutta Italia, grazie anche al suo ruolo in Anci, garantendo che i soggetti aggiudicatari dei bandi di vendita non avranno difficoltà a ottenere le varianti. Può farlo?

R: La condizione perché gli investitori considerino appetibili immobili e aree di proprietà pubblica è che i beni siano dotati di tutta la strumentazione urbanistica necessaria a partire dalle varianti che diano certezza di destinazione. La Città Metropolitana si muove in questo modo.

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