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28 Maggio 2015

Sunia: sempre meno abitazioni per fasce deboli

di C.P.

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"Positivo che dal decreto che disciplina la dismissione del patrimonio immobiliare di Erp (edilizia residenziale pubblica) siano stati eliminati alcuni punti critici, come la vendita in blocco e l'asta come strumento di alienazione.

Restano forti perplessità su un processo che porterà alla riduzione delle abitazioni destinate alle fasce più deboli".

Così il sindacato degli inquilini affiliato alla Cgil, commentano il decreto del 24 febbraio 2015, pubblicato il 20 maggio in Gazzetta Ufficiale.

"Sarebbero necessari - spiegano - un programma per aumentare la disponibilità di alloggi da destinare a fasce in condizione di maggior disagio e finanziamenti destinati a tale scopo: oltre 600 mila domande di famiglie aventi diritto sono inevase da Comuni ed ex Iacp.

E' difficile pensare che quella degli alloggi pubblici sia una potenziale domanda propensa all'acquisto di abitazioni perchè un terzo delle famiglie che li affitta percepisce un reddito inferiore a 10.000 euro annui.

Così come non è pensabile reperire risorse adeguate alla realizzazione di nuovi alloggi dal piano di dismissione: secondo i dati diffusi il prezzo medio di vendita degli ultimi anni è stato di circa 39.000 euro".

Oltre a questo decreto è stato pubblicato il Decreto Ministeriale 16 marzo 2015 che stabilisce i criteri per la formulazione di un programma di recupero degli alloggi Erp: "l'ulteriore misura - fanno sapere da Cgil-Sunia - che avrebbe dovuto contrastare il dilagante disagio abitativo e, come dichiarato dal governo, rispondere al problema degli sfratti in sostituzione della proroga, permetterà di rendere disponibili i primi alloggi verosimilmente non prima di un anno". 

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