Ultime notizie

6 Febbraio 2023

Studi pagati e un contratto dopo la laurea: l'iniziativa di Gattai, Minoli, Partners

di E.I.

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Uno stipendio per studiare Giurisprudenza e un contratto dopo la laurea. È il nuovo progetto promosso dallo studio Gattai, Minoli, Partners.

Da settembre, quattro ragazzi selezionati in base al merito e al reddito riceveranno un contributo che partirà da 10 mila euro l'anno e aumenterà durante il percorso accademico per arrivare, al quinto anno, a 14 mila euro. Gli studenti dovranno essere in regola con gli esami, avere una media di voti del 25 durante il primo biennio e del 27 fino alla laurea. I laureati saranno assunti dallo studio Gattai, Minoli, Partners per almeno due anni, con uno stipendio iniziale di circa 30 mila euro l'anno.

Hanno collaborato, oltre allo studio legale, l'Università Statale, l'Ufficio scolastico territoriale, la Fondazione Comunità di Milano e le scuole: dall'Istituto professionale Frisi di Quarto Oggiaro al Lagrange di Affori/Comasina fino al Galilei-Luxemburg di San Siro. Ma la lista è destinata ad allungarsi. 

Entro giugno si punta a stilare l'elenco dei candidati, a luglio ci sarà la selezione a opera di una commissione che annovera al proprio interno i professionisti dello studio legale, il presidente della Fondazione, due esponenti del mondo della scuola, uno della Statale, uno psicologo del lavoro e un esperto di risorse umane. 

Bruno Gattai, fondatore dello studio Gattai, Minoli, Partners: "Ci tengo tantissimo. L'idea è di coinvolgere i ragazzi, tirarli dentro, farli sentire parte di qualcosa. Lo facciamo per loro, per noi, per i clienti. Siamo cresciuti in questa città, è doveroso ridare qualcosa. 

Si parla tanto di ascensore sociale. Noi diamo la possibilità di studiare a persone che altrimenti dovrebbero andare a lavorare. E le paghiamo per farlo. 

In Italia ci sono 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, di cui il 17% solo in Lombardia. Il 21% degli studenti di Giurisprudenza abbandona nei primi tre anni e una buona parte lo fa per ragioni economiche. Vogliamo coinvolgere più scuole possibili. Sarebbe bello se anche altri settori come gli studi di architettura, di ingegneria e così via pensassero a progetti simili".

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Demanio: partenariato pubblico-priva