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17 Agosto 2017

Solo promesse per Amatrice

di E.I.

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Tonnellate di laterizi, maniglie, porte, mobili strappati alle case e alla vita delle famiglie. Ad Amatrice, a Norcia, ad Arquata del Tronto, nei comuni d' Italia in cui la zona rossa ha sostituito i centri storici, le macerie sono intatte come nei giorni delle scosse. Solo il 6% dei detriti ha trovato una sistemazione definitiva. Il resto è sotto gli occhi di tutti.

Oltre ai problemi di smaltimento legati ai vincoli ambientali, le paure: il rapporto antimafia del Ministero vede nel settore del movimento terra il giro criminale più insidioso.

Gentiloni, accompagnato dal capo di stato maggiore dell' Esercito, ha incontrato oggi i militari del Genio cui si devono i primi lavori nella frazione di Tufo di Arquata con le demolizioni e la rimozione delle macerie.
 

Ci sono le macerie cosiddette pubbliche, quelle che ingombravano strade, vicoli e piazze e le macerie private, quelle di case e palazzi di proprietà collassati su loro stessi.
 

La Regione Lazio ha stimato in 93 mila tonnellate le macerie cosiddette pubbliche e le ha già interamente rimosse, con una spesa di 5,4 milioni di euro. Il problema sono le macerie private. A maggio fu fatto un piano operativo tra comuni, Regione e Protezione Civile dividendo il territorio tra capoluoghi e frazioni.

Solo l'8 luglio è stata sbloccata una prima gara propedeutica da 400 mila euro. Il 2 agosto, in concomitanza con la visita di Mattarella ad Arquata, si è saputo che è stata sbloccata la seconda gara da 10 milioni di euro.

Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata: “A un anno dalla prima scossa siamo ancora in fase emergenziale: ancora non abbiamo potuto mettere piede nel centro storico di Arquata perché ci sono le macerie. Finché non verranno rimosse, di ricostruzione non si parla. A Tufo i ritardi sono dovuti all' opposizione di alcuni proprietari alla demolizione di case quasi distrutte e comunque irrecuperabili”.
 

Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice: “Sull’esenzione da tasse e contributi ci hanno preso in giro. È una fregatura di Ferragosto. Ho studiato il bando pubblicato dal ministero dello sviluppo economico: non c’è quello che era stato stabilito. Ci avevano promesso l’esenzione dai contributi e dalle tasse per le imprese per due anni. E invece c’è solo un credito d’imposta. E questo non va bene. Io avevo detto che la zona urbana franca doveva essere appannaggio soltanto dei 55 comuni che hanno una zona rossa, che era un criterio. Invece l’hanno allargata a tutti, perché poi la civiltà dei clientes parte dall’Antica Roma. Le promesse erano altre”.

Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio: "Nella legge è tutto chiaro, ma se ci sono cose da aggiustare le aggiusteremo. Sulle zone franche abbiamo un impianto legislativo solido, l'impegno economico e finanziario più rilevante che ci sia mai stato per una ricostruzione negli ultimi decenni. Certamente se ci sono delle obiezioni noi siamo sempre stati aperti, in particolare con i sindaci. Non è stato fatto nulla di diverso da quello che è contenuto nella legge, che credo sia un ottimo impianto. Si può fare di più e siamo disponibilissimi a parlarne con Sergio Pirozzi, che merita tutto il nostro supporto. Siamo di fronte a un compito enorme però abbiamo un buon impianto, le risorse necessarie, l'impegno di tutti, penso che ce la possiamo fare".
 

E il settore immobiliare incassa l’ennesima batosta, visto che il giorno dopo il terremoto c’era chi annunciava interventi risolutivi. Leggi il comunicato allegato

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi