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Le anticipazioni su quelli che saranno gli argomenti forti dell'edizione 2015 del forum di Santa Margherita Ligure (18 e 19 settembre) e il punto sul mattone europeo (incluse le possibili ricadute immobiliari della questione Grecia e il ritardo del mercato italiano – soprattutto per quanto riguarda un segmento portante come il residenziale – rispetto agli altri Paesi del Vecchio Continenete).
Questi gli argomenti al centro dell'incontro oraganizzato nella sede milanese di Scenari Immobiliari, a cui Monitorimmobiliare ha preso parte.
L’andamento dei mercati nel primo semestre – secondo l'analsi di Scenari - indica che il fatturato dei cinque principali Paesi europei dovrebbe chiudere il 2015 con il segno positivo.
Si prevede un aumento totale del fatturato dei mercati in Eu5 del 3,4 per cento.
La Francia avrà la crescita minore (+1,4) e l'Italia un più 3,7 per cento.
L'Inghilterra sarà caratterizzata dal trend più brillante, seppure lievemente inferiore rispetto alle previsioni di fine 2014. In crescita anche la Germania, ma con un ritmo in rallentamento rispetto agli ultimi anni.
Si attende una crescita abbastanza consistente in Spagna.
Positive le previsioni in Eu28, intorno al 4,5 per cento.
L’analisi degli andamenti degli ultimi cinque anni mostra però che il mercato italiano non ha ancora superato il suo punto di minimo e, rispetto al 2010, presenta un meno sette per cento.
Anche la Spagna ha fatto meglio.
L’andamento dei prezzi è più debole rispetto al fatturato, riflettendo le perduranti incertezze economiche e timori legati all’evoluzione dello scenario politico ed economico.
Nel settore residenziale la crescita è guidata dall’Irlanda, che nella prima parte del 2015 ha segnato l’aumento delle quotazioni più consistente a livello europeo.
Moderatamente positivo il trend in Germania, grazie alla solidità del mercato del lavoro e all’aumento della concessione di mutui.
Nel Regno Unito il mercato è sostenuto da una domanda elevata, sia interna che estera, e dal basso livello dei tassi di interesse, che ha un effetto superiore ad altre nazioni visto che la maggior parte dei mutui è a tasso variabile.
Per la prima volta dopo parecchi anni si prevede un rallentamento del mercato svizzero, perché le restrizioni al credito e l’apprezzamento del franco limitano la domanda da parte degli investitori internazionali.
La disoccupazione e il potere di spesa ridotto, infine, frenano la ripresa in alcuni mercati, come Francia e Italia. In Francia gli ultimi dodici mesi hanno visto un cal medio del 2,8 per cento, mentre in Italia i prezzi medi sono calati anche nella prima parte dell’anno (meno 0,7 per cento).
Solo nelle grandi città, e nelle zone centrali, si sono registrati prezzi in lieve rialzo.
Negli ultimi mesi la situazione del mercato degli uffici europeo ha registrato un consistente miglioramento, anche perché per la prima volta dopo sette anni l’aumento degli investimenti è accompagnato dalla crescita della domanda di occupazione, e non deriva soltanto dalla rinegoziazione dei contratti esistenti, ma comincia a essere imputabile alla nascita di nuove aziende.
La crescita dei mercati, tuttavia, è frenata dalla carenza di offerta di prodotti di qualità poiché l’attività edilizia è in aumento ma i nuovi prodotti verranno immessi sul mercato solo nel biennio 2016‐2017.
Ne consegue un forte aumento delle prevendite e lo spostamento di una parte della domanda verso prodotti e aree geografiche secondari.
L’assorbimento è in sensibile aumento, ma le vacancy rate registrano un calo modesto in quanto la carenza di offerta di prodotti nuovi è compensata dalla costante immissione sul mercato di spazi di seconda mano da parte delle società che si spostano verso uffici più efficienti.
In Italia forte la presenza degli investitori internazionali in questo settore che è tornata ai livelli dei primi anni del secolo, con investimenti vicini ai cinque miliardi di euro.
Nel settore commerciale le previsioni sono positive per i Paesi caratterizzati da un quadro economico in espansione, come Regno Unito, Germania e Svezia, o da una domanda di beni di consumi in forte crescita, come i Paesi dell’Europa dell’est.
Qualche segnale di miglioramento è atteso anche nell’Europa del sud, ma una reale crescita dei principali parametri non è prevista prima della seconda parte del 2016. In aumento l’interesse per i progetti innovativi e legati all’e‐commerce, mentre l’attenzione per la piccola distribuzione è limitata agli spazi di lusso nelle top location delle città più importanti.
Bene anche l’Italia con un miglioramento soprattutto nel settore dei piccoli negozi centrali.
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