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25 Marzo 2017

Ripresa a piccoli passi

di Luigi Dell'Olio, Monitorimmobiliare

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Premesso che ci vorrà parecchio tempo per tornare ai livelli pre-crisi, ci sono buone ragioni per vedere il bicchiere mezzo pieno. 

Secondo quanto emerso dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2017 di Nomisma, ci sono segnali di ripresa, pur in un quadro di maggiore oculatezza e rigore rispetto al passato.

Le compravendite residenziali realizzate nel corso del 2016 sono state 528.865. Per il 2017 Nomisma prevede che il numero totale sarà 565.391, fino a raggiungere quota 616.513 nel 2019.

Cresce la competizione sui mutui

L’incremento delle erogazioni di mutui offre un’immagine del cambio di orientamento e il parziale ripristino di una logica competitiva tra gli istituti usciti indenni dalla lunga fase recessiva. Nel 2016 ne sono stati erogati per 49,3 miliardi (stima Nomisma) e le previsioni per l’anno in corso portano a una cifra totale di 52,1 miliardi. 

Per il 2019 è prevista un’intensa crescita delle erogazioni, nell’ordine dei 55 miliardi. 

Secondo le stime Nomisma, l’incidenza delle surroghe e sostituzioni sulle erogazioni totali è stata – nel 2016- del 26,3% (28,4% nel 2015, 7,5% nel 2014). 

Considerando le erogazioni nette (depurando la componente di surroga e sostituzione) ci si attesta a 36,3 miliardi di Euro nel 2016 (+23,1% di variazione annuale delle erogazioni nette) a differenza dei 29,5 miliardi di Euro del 2015 (+32,0% la variazione annuale rispetto al 2014).

Transazioni in ripresa

Ne abbiamo parlato con Luca Dondi, managing director i Nomisma, e Alberto Cogliati, direttore commerciale di Engel & Völkers Italia. “Il 2016 è stato positivo sul fronte delle transazioni”, ha sottolineato Dondi, “ma non dimentichiamo il calo dei prezzi. Ci sono segnali di miglioramento, ma il quadro rimane fragile. Se guardiamo alle prime 13 città italiane, si sono registrate flessioni nei prezzi nell’ordine dell’1,5% per le abitazioni usate, del 2,3% per gli uffici, dell’1,6% per i negozi e del 4,0% per i capannoni. Passando invece alle 13 città intermedie si evidenzia un arretramento del 2,0% per le abitazioni usate, del 2,4% per gli uffici, dell’1,4% per i negozi e del 2,6% per i capannoni.

Segmento lusso in ripresa

Quanto all’immobiliare di pregio, Cogliati vede “segnali positivi per il 2017, con un interesse crescente del mercato e un incremento delle transazioni”.

In merito ai diversi settori del residenziale, Dondi rileva “un incremento generalizzato”. Quanto al segmento d’impresa “c’è una maggiore attenzione verso settori non tradizionali. Notiamo una diffusione sui settori un tempo marginali come la logistica, rsa e alberghiero, che ormai hanno una quota nell’asset allocation intorno al 25%”.

Gli investitori italiani riscoprono l’investimento in patria

Cogliati, interrogato sulle preferenze d’investimento, sottolinea “una crescita di case acquistate all’estero da parte degli italiani fino al 2015, con una piccola correzione lo scorso anno. Questo tuttavia non è un dato in assoluto negativo, dato che molte di queste risorse sono state destinate all’investimento in Italia, con la Penisola che evidentemente è tornata attrattiva”.

Per Dondi “siamo ormai entrati in una fase di nuova normalità. Occorre fare i conti con un nuovo scenario senza attendersi grandi straordinari. Non siamo alle prese con uno scenario di mercato che crea le condizioni per un ritorno ai livelli precrisi”. 

Cogliati ricorda poi che “il 95% della nostra clientela è composta da inmprenditori. Non abbracciamo tutto il mercato immobiliare, ma la nicchia del pregio. 

Questo pone delle sfide per noi, con ruoli all’interno degli shop che vengono svolti in maniera organizzata. È fondamentale avere competenze, network e servizi su misura per conquistare la clientela più esigente”.



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