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2 Settembre 2015

Renzi esulta ad Expo ma non si accorge che la stessa organizzazione annuncia un buco da almeno 100 milioni

di Maurizio Cannone

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"Un successo impressionante, con il consueto abbraccio affettuoso ai gufi che ci chiedevano di bloccare tutto" scrive il premier Matteo Renzi su Facebook riguardo a Expo.

Va bene essere positivi, perché altrimenti crolla tutto, ma mettetevi d’accordo.

Perché se Renzi esulta non può essere che la stessa organizzazione dell’evento ammetta, inconsapevolmente, di aver mancato gli obiettivi.

Un comunicato di Expo, che aggiorna sul numero di visitatori del periodo, riporta testualmente: “Si ritiene, quindi, di arrivare alla chiusura di Expo Milano 2015 con 20 milioni di biglietti emessi”.

Come 20 milioni? Non tanto per dire che i 73 milioni di visitatori dell’Expo 2010 a Shanghai siano ben lontani, quanto perché il commissario dell’evento Giuseppe Sala aveva indicato a 24 milioni il numero per arrivare al pareggio di bilancio.

Diceva così, riguardo ai costi della gestione del sito espositivo: “Le spese di gestione di questa macchina per tutti questi anni valgono circa 800 milioni, che sono recuperati se si realizzano due condizioni. La prima si è già realizzata: ci sono sponsor per circa 370 milioni, abbiamo i contratti già in tasca e lì sono tranquillo. La seconda è un’ipotesi di 24 milioni di biglietti venduti in media a 22 euro l’uno. La condizione per un pareggio quindi è che si vendano 24 milioni di biglietti”. E qui sta il punto.

Con un conteggio approssimativo, 4 milioni di biglietti venduti in meno, alla media di 22 euro ciascuno, fanno 88 milioni di euro che mancano al pareggio di bilancio. Se aggiungiamo che una parte significativa di quelli venduti rientrano nella fascia scontata serale a 5 euro, si può parlare di almeno 100 milioni che mancano al pareggio di bilancio annunciato. Che cosa trovi di così positivo il premier Renzi in un buco supplementare di questo importo non è dato sapere.

Cifra che potrebbe tranquillamente aumentare semplicemente conoscendo una voce trascurata e apparentemente marginale, quella legata alla promozione dell’evento. Perchè i primi mesi di Expo sono stati imbarazzanti per numero di visitatori a causa di un piano folle di comunicazione. Tutto il budget (6 milioni di euro) destinato alla Rai che avrebbe dovuto smuovere l’interesse nel mondo. Dato che mamma Rai stavolta non ha sortito l’effetto voluto, l’organizzazione di Expo ha pensato bene di spingere su altri mezzi generalisti: radio, internet e carta stampata. E il risultato si è visto.

Ora resta da capire quanto siano costate queste operazioni straordinarie. Perché le radio che trasmettono i programmi dai padiglioni di Expo non lo fanno gratis, come non lo fanno i siti internet con sezioni dedicate, o le testate che addirittura riportano Expo nel proprio logo. A spanne un’altra decina di milioni. Senza pensare alle grane dell’area espositiva del post evento. Se per il premier Renzi è un successo, speriamo di non organizzare le olimpiadi, altrimenti aumenterà ancora la benzina.

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