Ultime notizie

21 Agosto 2017

Quanto ha reso l'investimento immobiliare in Italia: 1961/2016

di Alberto Lunghini, Reddy's Group

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

In Italia un appartamento, acquistato nel 1961 pagando in lire circa 19 milioni (l'equivalente di 10.000 euro), oggi può essere venduto a oltre 690.000 euro e cioè con prezzo del 1961 moltiplicato per circa 69 volte (a prezzi correnti, cioè al lordo da inflazione).

E ciò anche se nel 2017 siamo solo all'inizio di un nuovo ciclo positivo per i prezzi immobiliari (o alla fine dell'ultimo ciclo negativo in ordine di tempo).

L'investimento immobiliare non solo ha protetto il risparmiatore italiano dall'inflazione ma in oltre 55 anni ha quasi triplicato il valore del mattone al netto dall'inflazione (per precisione da indice 100 a oltre indice 260).

Nello stesso periodo il prezzo dell'oro (al lordo dell'inflazione) è cresciuto di 36,5 volte in dollari US (da circa 35 a circa 1.270 dollari/oncia troy) ed è cresciuto di 100 volte in euro (considerando la svalutazione di lira/euro sul dollaro US dal 1961 a oggi).

Anche l'indice Dow Jones della borsa di NY dal 1961 a oggi (al lordo dell'inflazione) è cresciuto di circa 36 volte in dollari US e quindi è cresciuto di 100 volte in euro.

Ma va tenuto presente che chi acquista un appartamento indebitandosi in modo proporzionale alle proprie capacità di reddito e di risparmio non subisce perdite (anzi) nel lungo termine e difficilmente anche nel medio termine può subire perdite (sull'investimento effettuato) superiori al 30% (ma solo se è costretto a rivendere l'appartamento in una fase di ciclo negativo immobiliare: e i cicli negativi immobiliari - sino a ora - hanno avuto una durata massima di 8 anni); e nel durante dell'investimento gode o dell'uso diretto dell'appartamento o dei redditi netti rivenienti dalla locazione dell'immobile.

Viceversa

-chi acquista oro non gode di alcun reddito generato dall'investimento (a meno che si avventuri nel campo dei derivati finanziari: operazioni assai poco familiari ai piccoli privati), mentre subisce le forti oscillazioni delle quotazioni (ad esempio: meno 70% dal 1980 al 2001)

-chi acquista azioni sulla Borsa US subisce le forti oscillazioni delle quotazioni con rischio di perdere (nel breve-medio termine, se sceglie i titoli sbagliati) anche oltre il 95% del capitale investito.

Non faccio qui riferimento all'investimento in azioni quotate sulla Borsa italiana, che è decisamente perdente rispetto alla Borsa di NY e che in oltre 50 anni ha performato in modo molto modesto (1/16 della Borsa di NY) al netto da inflazione.

Se poi si considera la svalutazione di lira/euro rispetto al dollaro in circa 55 anni il rapporto scende drammaticamente a 1/44). Anche importanti titoli quotati alla Borsa di Milano (tra cui note Banche, Compagnie di Assicurazioni, etc.) hanno causato perdite (e a volte in pochi anni, senza alcuna speranza di ripresa dei corsi al termine del ciclo negativo, come invece è sempre avvenuto per l'investimento immobiliare). Tra i tanti titoli cito MPS e Fondiaria SAI.

Quanto sopra dovrebbe far riflettere:

-chi opera (a qualsiasi titolo e livello di responsabilità) nel settore immobiliare, affinché sempre di più si renda conto dell'importanza del proprio ruolo e compito   

-chi governa a livello nazionale e a livello locale, affinché tenga nella giusta considerazione il settore immobiliare

-i risparmiatori per i quali l'investimento immobiliare non deve essere l'unico tipo di investimento nel loro (piccolo o grande) portafoglio, ma deve comunque rappresentare una parte importante dei loro investimenti.  

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: PedersoliGattai, Campari: Un orizzonte roseo per le cartolari