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15 Aprile 2015

Prezzi case, l'Europa riparte. L'Italia no

di Elisa Barchetta

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Europa a più velocità, ma complessivamente in ripresa sul fronte dei prezzi delle case.

Uniche eccezioni tra i Paesi principali: Italia e Francia, dove il mattone residenziale perde ancora terreno. 

Nell’ultimo trimestre del 2014 i prezzi per compare casa in Eurozona, comparati con lo stesso periodo del 2013, sono infatti aumentati dell’1,1% (esclusa la Grecia dove i dati su tutto il 2014 non sono disponibili, mentre sulla Germania, con trend positivo nella prima parte dell'anno, mancano i dati degli ultimi due trimestri).

Il mercato più ampio dei Paesi membri dell'Unione Europea (quindi euro ed extra euro) ha visto invece un incremento dei valori delle abitazioni del 2,6%.

E’ quanto risulta dalle rilevazioni dall’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, e misurati dal cosiddetto House price index (Hpi), un indice che monitora i cambiamenti dei prezzi di tutte le proprietà residenziali acquistate dalle famiglie – come appartamenti, case unifamiliari, villette a schiera – sia di nuova costruzione sia esistenti.

Se si effettua una comparazione con il trimestre precedente inoltre, è possibile notare che nell’Eurozona i prezzi delle case sono diminuiti lievemente (-0,1%) mentre nell’Unione europea sono rimasti stabili.

Rispetto allo stesso periodo del 2013 nell’ultimo trimestre 2014 i prezzi delle case sono aumentati soprattutto in Irlanda (+16,3%), Malta (+11,0%), Svezia (+10,4%), Estonia (+10,1%) e Regno Unito (+10,0%), in quest’ultimo caso l’incremento era già stato confermato dall’Office for national statistics (Ons) per il bimestre gennaio-febbraio 2015.

Le maggiori riduzioni si hanno invece, come anticipato, in Italia (-2,9%) e Francia (-2%).

Rallentano anche Slovenia (-4,4%), Cipro (-3,3%), Lettonia (-3,2%).  

Per quanto riguarda invece i dati relativi solo all’ultimo trimestre 2014, nel confronto con il trimestre precedente, troviamo un rincaro dei prezzi delle abitazioni soprattutto per Malta (+4,6%), Irlanda (+3,8%), Slovacchia (+2,1%) e Lussemburgo (+2,0%) mentre le diminuzioni più consistenti si hanno in Lettonia (-10,2%), Lituania (-4,3%) e Cipro (-3,0%).

L’Italia si assesta invece su una riduzione dello 0,9%, come del resto avevamo già certificato dai dati Istat e dagli studi Tecnocasa sulle grandi città.

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