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21 Novembre 2017

Prepariamoci alla crisi

di Achille Colombo Clerici, presidente Assoedilizia

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Predire il futuro non è cosa di noi umani. Ma riflettere su elementi in nostro possesso e trarne previsioni, questo sì lo possiamo fare.

A fronte delle molte risultanze positive ampiamente pubblicizzate - dalla ripresa economica nel mondo e in Italia, compreso il Sud, al risveglio dell’Africa, alla risalita delle Borse, all’aumento dei posti di lavoro e della fiducia in generale - forti punti di criticità sono relativamente poco noti.

Ne citiamo alcuni. L’ impreparazione dell’Europa - nella quale permangono forti differenze tra i 27 Paesi (escludendo la Gran Bretagna in uscita) non solo in termini di competitività, ma anche di solidità democratica e amministrativa - ad affrontare la prossima inevitabile crisi finanziaria ed economica; la situazione geopolitica in ebollizione legata, anche, alla stupefacente crescita cinese; il populismo; il cambiamento epocale causato dalla digitalizzazione.

L’ Europa ha gestito male la più grave recessione del dopoguerra preferendo il rigore contabile, che ha favorito soprattutto la Germania,  alla politica espansiva attuata parzialmente, e in ritardo, dalla Bce i cui strumenti  però non potranno più essere utilizzati a causa di un complesso rapporto con i tassi di interesse. Ciò ha impoverito il ceto medio e il piccolo imprenditore senza intaccare peraltro lo strapotere di grande finanza e grande impresa. Una palese macroingiustizia che ha generato il fenomeno del nazionalpopulismo il quale continua a far proseliti a scapito delle democrazie liberali delle quali denuncia la grave malattia. Si aggiunga la rivoluzione digitale che distruggerà posti di lavoro prima di crearne di nuovi.

Aria di crisi, dunque. Una crisi che ci arriva aliunde. Ma i tempi quali saranno? Le precondizioni ci sono tutte: liberalizzazioni, boom dei crediti, crescita degli asset finanziari, borse al di sopra del Pil,  aumento dell’indebitamento pubblico e privato, allentamento dei controlli sulla speculazione, classi politiche di basso livello.

La tensione in Medio Oriente è stata innalzata al calor bianco, mentre l’espansionismo economico cinese mina la supremazia degli americani nell’area asiatica e nel mondo. Gli Usa non gradiscono.  

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi