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19 Novembre 2014

Notai: al via tavolo anticorruzione nella Pa

di I. L.

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È stato siglato ieri a Roma il protocollo tra Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e Maurizio D’Errico, presidente del Consiglio nazionale del notariato, per avviare un tavolo tecnico in tema di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica amministrazione.

L’accordo ha come scopo prevenire possibili rischi di infiltrazioni mafiose e fenomeni collusivi nel sistema dei contratti pubblici.

 

Il tavolo tecnico - di prossima costituzione - ha tre obiettivi: instaurare un sistema di integrazione dei flussi e scambio dei dati acquisiti per verificare la coerenza tra le informazioni raccolte dall’Anac per il monitoraggio dei contratti pubblici e quelle acquisite dai notai in sede di stipula dei contratti; avviare attività di formazione gratuite per le stazioni appaltanti e fornire un supporto metodologico nella fase di definizione dei contratti pubblici; collaborare, anche nella prospettiva di recepimento delle nuove direttive comunitarie in materia di appalti, nelle misure volte a rafforzare i presidi di legalità nelle procedure relative ai contratti pubblici.

La legalità resta uno dei punti dolenti nella crescita economica e non solo del nostro Paese: nella rilevazione 2013 di Transparency International, l’Italia ha registrato un indice di corruzione percepita pari a 43 (rispetto al valore di massima trasparenza di 100) che riflette l’impatto che fenomeni di corruzione e di malversazioni hanno avuto sulla percezione nazionale e internazionale del fenomeno. L’Italia si colloca su posizioni analoghe a quelle di numerosi paesi dell’Asia e dell’America Latina.

 

Dal 2006 al 2011 (dati Anac) il fenomeno della corruzione in Italia si rivela sostanzialmente stabile, tranne che nel 2009 in cui il numero dei reati di corruzione (nella sua accezione aggregata) ha avuto un boom (da 975 a 1.205 casi segnalati).

 

Il panorama della distribuzione dei reati di concussione e corruzione nelle singole regioni vede in testa Liguria, Lombardia e Emilia Romagna nel Nord del paese; Lazio, Marche e Toscana nel Centro; Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia nel Mezzogiorno. I reati di corruzione, invece, prevalgono nel Friuli Venezia Giulia, in Lombardia e in Liguria nel Nord del paese; in Toscana e nel Lazio nel Centro; in Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise e Puglia nel Mezzogiorno.

 

Dall’analisi delle condanne per concussione e corruzione passate in giudicato (Anac) il numero dei condannati per corruzione diminuisce notevolmente dal 2007 al 2011 (si passa da 749 a 458), il numero dei condannati per concussione si triplica, passando da 134 a 344.

Le inchieste giudiziarie che hanno portato a una significativa emersione della criminalità corruttiva nel 2011 hanno interessato soprattutto, in ordine decrescente, la Liguria, la Puglia e l’Abruzzo, per la concussione, e il Lazio, la Campania, la Calabria e la Lombardia, per la corruzione. Questo dato trova conferma tendenzialmente anche negli anni precedenti.

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