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15 Marzo 2023

Mutui: la stretta della Bce riduce il potere di acquisto casa

di red

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Si riduce ulteriormente il potere di acquisto casa con mutuo. È l'effetto delle strette monetarie intraprese dalla Bce lo scorso 27 luglio, che da quel momento ha gradualmente alzato il costo del denaro. 

Da gennaio 2022 gli aumenti registrati finora hanno ridotto il capitale ottenibile come mutuo del 27% a parità di rata. A rilevarlo l'Osservatorio MutuiSupermarket.it, motore di ricerca e comparazione mutui gestito da FairOne. 

A oggi, il costo del denaro a tasso fisso rappresentato dall'indice IRS a 20 anni ha ripreso a crescere alla luce delle dichiarazioni della presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha confermato l'intenzione di contrastare l'inflazione con tutti i mezzi a disposizione. È stata inoltre confermata l'intenzione di aumentare il tasso Bce di ulteriori 50 punti base la prossima settimana.  

Le nuove stime sull'inflazione prevedono che sul 2023 si assesti intorno al 6%, in calo rispetto al 10% del 2022, ma ancora al di sopra dell'obiettivo della Bce pari al 2%. 

Parallelamente continua l'aumento del costo del denaro a tasso variabile, rappresentato dall'Euribor 3 mesi, i cui valori sono legati alle decisioni della politica monetaria della Bce che si appresta ad aumentare il costo del denaro al 3,50% già la prossima settimana. Inoltre, analizzando la curva dei Futures, i mercati si aspettano ulteriori aumenti del costo del denaro che dovrebbe superare la soglia del 4% entro settembre 2023.

L'Osservatorio evidenzia che, in questo contesto di aumento del costo del denaro, il gap tra tasso fisso e variabile rimane contenuto, intorno ai 20 punti base, generando due effetti: la polarizzazione della domanda di mutuo sul tasso fisso che viene richiesto dal 96% dei richiedenti (in crescita di 2 punti percentuali, rispetto a febbraio); l'aumento della domanda di surroga da parte di tutti quei mutuatari che intendono passare al tasso fisso per limitare l'aumento della rata del proprio mutuo.

L'aumento del costo del denaro da inizio 2022 a oggi ha visto aumentare i mutui di quasi 3 punti percentuali e ha comportato una riduzione del capitale finanziabile da parte dei mutuatari, riducendo il potere di acquisto casa soprattutto dei richiedenti più giovani, nonostante le offerte e agevolazioni in loro favore. A marzo il peso della domanda di mutui acquisto si è ridotto sotto il 50% e i richiedenti più giovani con meno di 36 anni vedono il loro peso diminuire di 4 punti percentuali rispetto a febbraio, rappresentando il 42% dei nuovi acquirenti.

A marzo, secondo le rilevazioni di Mutuisupermarket, Banco BPM e Webank hanno ridotto gli spread sui mutui a tasso fisso da 10 a 15 punti base; Intesa Sanpaolo ha aumentato i tassi fissi tra i 25 e i 45 punti base; BNL ha aumentato ti tassi fissi tra i 15 e i 20 punti base; Banca Sella ha aumentato i tassi fissi tra i 20 e i 25 punti base.

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