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6 Novembre 2019

Sogeea, 4 mln condoni da evadere e 19 mld da incassare

di G.I.

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A distanza di quasi 35 anni dalla prima legge sul condono edilizio, che risale al governo Craxi nell'85, in Italia ci sono ancora più di 4 milioni di domande da evadere. In soldoni si tratterebbe di un 'tesoretto' di oltre 19 miliardi di euro di mancati introiti per le casse dello stato, pari a circa 1,2 punti di Pil o a due terzi del valore della Legge di stabilità 2019.

Il secondo rapporto sul condono edilizio in Italia redatto dall'Ufficio studi di Sogeea traccia un quadro in cui l'iter di gran parte delle pratiche risulta tuttora arenato, con evidente negativo risvolto economico a livello sia centrale che locale.

Dall'85 ad oggi sono state presentate complessivamente circa 15 milioni di domande di condono e pochissimi sono i Comuni che non sono stati interessati dalle richieste di sanatoria in materia di abusi: Brunico (Bolzano), Primiero San Martino Castrozza (Trento) e Montirone (Brindisi) sono i più significativi tra quelli con popolazione superiore ai 5.000 abitanti. Sul fronte delle istanze ancora da evadere per ciascun Comune, Roma è la capofila incontrastata con oltre 171.000 pratiche (quattro volte quelle di Napoli).

La maglia rosa va invece a Torino che ne ha 24.500. Quanto invece alle regioni, la Campania è quella messa peggio, con poco meno di 657mila domande ancora da evadere. L'esempio di efficienza nella gestione delle richieste di sanatoria spetta invece all'Emilia Romagna, dove tre dei capoluoghi di provincia (Bologna, Ferrara e Ravenna) hanno evaso tutte le istanze presentata dai propri cittadini. In termini assoluti, invece, la Lombardia è la regione che ha concluso più istruttorie (1,6 milioni a fronte di un totale di 1,9 milioni di richieste complessive), seguita da Piemonte (1,3 milioni) e Lazio (1 milione).

Quanto alle singole realtà territoriali, Roma è nettamente in testa anche alla graduatoria delle istanze presentate (599.793) seguita da Milano (138.550). Quanto alla stima di 19 miliardi di mancati introiti, Sogeea spiega che il dato è stato calcolato sommando il denaro non incassato per oneri concessori, oblazioni, diritti di istruttoria, segreteria e paesaggistica, sanzione da danno ambientale.

A queste si possono poi aggiungere altre voci che vanno a incrementare la cifra: si ipotizza infatti che circa il 30% degli oltre 4 milioni di domande ancora da concludere darebbe luogo a un adeguamento della rendita catastale dei relativi immobili. E per i Comuni ne conseguirebbe un consistente aumento degli introiti derivanti ad esempio da Imu e Tasi. 

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