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La Bce dà respiro ai mutuatari: tassi fermi al 4,50%
di red
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Dopo dieci rialzi consecutivi, la Banca centrale europea ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse al 4,50%.
Il tasso sui depositi resta al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
Tirano, dunque, un sospiro di sollievo i mutuatari, che già temevano l’ennesimo aumento delle rate nel caso in cui l’istituto di Francoforte avesse optato per l’undecimo rialzo di fila. Anche se la presidente della Banca centrale, Christine Lagarde, ha messo le mani avanti: “Il fatto che oggi abbiamo deciso per una pausa – ha precisato Lagarde – non significa che in futuro non potremo fare altri rialzi dei tassi”.
Le nuove informazioni - si legge nel comunicato della Bce - hanno confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. "Ci si attende tuttora che l'inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato; inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l'inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell'inflazione di fondo ha continuato a diminuire. I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo – continua il board di Francoforte – seguitano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell'inflazione. Il Consiglio direttivo - conclude il comunicato - ritiene che i tassi di interesse di riferimento si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”.
In altre parole, come ha spiegato la presidente della Bce, “l'economia dell'area euro rimane debole. La produzione manifatturiera ha continuato a diminuire, la domanda estera contenuta e le condizioni finanziarie più restrittive gravano sempre più sugli investimenti e sulla spesa dei consumatori".
Anche il settore dei servizi si sta indebolendo ulteriormente. Ciò è principalmente dovuto, secondo Lagarde, “al fatto che l'attività industriale più debole si sta estendendo ad altri settori, lo slancio derivante dagli effetti della riapertura sta svanendo e l'impatto dei tassi di interesse più elevati si sta ampliando. È probabile che l'economia rimanga debole per il resto dell'anno. Ma con l'ulteriore calo dell'inflazione, la ripresa dei redditi reali delle famiglie e la ripresa della domanda di esportazioni dell'area euro, l'economia dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni”.
Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi “finché necessario".
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