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4 Gennaio 2024

Cherry Sea: +26% di fallimenti e liquidazioni giudiziali nel 2023

di red

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Più liquidazioni giudiziali e fallimenti nel 2023: secondo l’Osservatorio Cherry Sea, le nuove procedure aperte sono aumentate del 26% rispetto a quelle registrate nel 2022. Nel dettaglio, si parla di 7.737 pratiche sopravvenute suddivise in 7.305 liquidazioni giudiziali e 432 fallimenti ante riforma del Codice della Crisi e dell’Insolvenza. Si torna, dunque, ai volumi del 2020 e del 2021.

Tra le grandi città, Milano si conferma primo per procedimenti aperti (638, +39% sul 2022), seguito da Roma (629, -2%) e Torino (265, +49%), mentre in coda si trovano Cagliari (100, +85%), Vicenza (101, -22%) e Bologna (104, +21%).

L’aumento percentuale maggiore si registra, però, nei tribunali di Busto Arsizio (+152% a fronte di 126 procedure totali, di cui 1 solo fallimento e 125 liquidazioni giudiziali) e Modena (+103% con nessun fallimento, ma 130 liquidazioni giudiziali). All’inverso, il Tribunale di Catania annovera un importante calo del 9%, unico tribunale insieme a quello di Roma a registrare una diminuzione percentuale tra il 2023 ed il 2022.

A livello regionale, 1.595 nuove pratiche provengono dalla Lombardia, 993 dal Lazio e 673 dal Veneto, mentre in coda si trovano Molise (43), Basilicata (52) e Trentino-Alto Adige (64). In variazione percentuale, invece, il Friuli-Venezia Giulia risulta essere la prima regione in relazione all’apertura complessiva sia di fallimenti che liquidazioni giudiziali (+85% sul 2022), mentre la Calabria quella con il calo più importante (-6%).

Lo stock di fallimenti e liquidazioni giudiziali pendenti si assesta ad un complessivo di 55.907 (-8% sul 2022).

Giacomo Fava, Lead AI Engineer di Cherry: “Il 2023 è stato il primo anno completo che ha visto all’opera le varie dinamiche giuridiche legate al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che, di fatto, sta portando al progressivo abbandono delle vecchie procedure fallimentari in favore delle liquidazioni giudiziali pendenti. Questo senza mostrare particolari segni di miglioramento, rispetto agli anni precedenti, nei volumi di procedure aperte in relazione ad aziende in crisi o comunque in gravi difficoltà, anche se il numero di fallimenti definiti è migliore rispetto al passato tanto da aver comportato una diffusa diminuzione delle procedure fallimentari”.

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