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Mazzanti (Cbre): Più immobiliare in Europa grazie al piano della Bce
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L’annuncio della Banca Centrale Europea di una politica monetaria espansiva, che inizierà a marzo, avrà delle ricadute anche sull'immobiliare.
Il programma di Quantitative easing da oltre mille miliardi di euro, previsto almeno fino al 2016, contribuirà infatti a rafforzare la posizione competitiva dell’Europa.
Come? Lo spiega Alessandro Mazzanti (foto), ceo di Cbre Italia: “Uno degli effetti principali del Qe che ci aspettiamo è quello di mantenere i tassi bassi per un periodo maggiore rispetto a quanto ipotizzato nel caso la politica espansiva non fosse stata implementata, così come l’effetto sui tassi di cambio.
Infatti, un periodo più lungo di bassi tassi d’interesse potrebbe rendere il settore immobiliare più interessante più a lungo ed i valori degli immobili potrebbero crescere: la diminuzione attesa sui rendimenti dei bond governativi, già su livelli molto bassi, potrebbe velocizzare l’inizio della fase di diminuzione dei rendimenti immobiliari, soprattutto nei mercati più periferici come l’Italia dove la ripresa è più lenta. Inoltre, ci aspettiamo che tassi d’interesse bassi unitamente a tassi di cambio più competitivi avranno un effetto positivo sull’economia.
Ciò dovrebbe riflettersi sul mercato degli utilizzatori attraverso un rafforzamento della domanda e, di conseguenza stimolare un aumento dei canoni di locazione, favorito anche, in Italia, dalla carenza di spazi di qualità.
Anche le famiglie potrebbero beneficiare dal miglioramento dell’economia in generale, acquistando più fiducia sul futuro e tornando a far crescere la domanda interna e far ripartire i consumi”.
Di contro, il timore di un prolungamento (due o più anni) della svalutazione dell’euro potrebbe influenzare le aspettative di alcuni investitori stranieri: in questo quadro ipotetico, è plausibile che per compensare eventuali movimenti dei tassi di cambio, gli acquirenti sarebbero portati a chiedere uno sconto sull’immobiliare.
“Anche il recente risultato delle elezioni in Grecia - conclude Mazzanti - non presenta un elemento di rischio elevato per la tenuta dell’euro e il contagio verso altri Paesi periferici, grazie anche all'atteggiamento di Tsipras, che sembra propenso a rinegoziare gli aiuti piuttosto che a uscire dall'euro. Ecco perché riteniamo che gli effetti sul mercato immobiliare saranno limitati e sicuramente non annulleranno i benefici derivanti dal Qe”.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Student Housing: accordo per 800 nuovi
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