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27 Ottobre 2015

Liguria: Inu lancia allarme sul Piano casa della Regione

di E.P.

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Il cosiddetto Piano casa, elaborato dalla Giunta regionale della Liguria, si configura  come un vero e proprio superamento dell'ordinaria pianificazione  urbanistica del territorio della Regione.

Una prospettiva che suscita la preoccupazione dell'Istituto Nazionale di Urbanistica.

Se il provvedimento dovesse  venire approvato così come è stato costruito dall'esecutivo regionale – fanno sapere dall'Inu - verrebbe ad essere istituzionalizzata la sostanziale  deregolamentazione della densificazione di zone urbane anche di  pregio.

Stesso effetto di facilitazione si avrebbe per la progressiva  lottizzazione delle aree extraurbane, siano esse di presidio che  agricole, anche attraverso il trasferimento di volumi da altre parti  di città, a condizione di convenzionare la realizzazione delle dovute  opere di urbanizzazione con il Comune (con l'aggravante che la Regione  avoca a sé l'approvazione delle varianti ai PUC in attesa  dell'adeguamento alla nuova normativa da parte degli stessi Comuni). 

Ci sarebbe inoltre la sostanziale deregolamentazione degli interventi  in porzioni di territori prima esclusi come i parchi che possono  costituire, in particolare in riferimento alla possibilità di agire  sulle pertinenze senza vincoli di destinazione d'uso, un bacino di  edificabilità significativo stante le caratteristiche dell'edificato  ligure. Si configurerebbe infine una sostanziale libertà di agire  senza limitazioni anche su edifici condonati”.

“Si tratterebbe - conclude l'Istituto di urbanistica - di una cura energizzante di un comparto edilizio  regionale già sovradimensionato e che fa anche supporre la volontà di  legittimare alcune operazioni (in particolare sulla costa) rimaste  finora al palo, cura inopportuna perché agisce in un territorio  fragile ma di qualità straordinarie già messo a dura prova da usi  sconsiderati.

Un intervento che rende la deroga e l'eccezione regola e  struttura, data la sua configurazione che non prevede limiti temporali.

E' una scorciatoia perversa per aggirare quello che viene vissuto dal  nuovo esecutivo regionale come un eccesso di regolazioni  stratificatesi nel tempo e rette da procedure troppo complicate che,  calate in un contesto recessivo come quello attuale, hanno determinato  una risposta tanto invasiva e aggressiva.

La sfida maestra rimane  invece quella di mettere mano a una faticosa, ma potenzialmente  proficua, attività di elaborazione, proposta e diffusione di diversi  modelli di governo, tutela e valorizzazione della qualità del nostro  territorio, che contempli anche la semplificazione ma in un contesto  ordinario e non derogatorio. In tempo utile affinché l'esempio non  dilaghi a livello nazionale”.

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