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23 Novembre 2017

La spinta dei Pir al Paese e l'errore di investirli sul mattone

di Salvatore Bragantini per il Corriere della Sera

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I Pir (piani individuali di risparmio, agevolati fiscalmente) hanno avuto anche troppo successo, con 5 miliardi raccolti e poche opportunità di investimento in medie imprese: gli imprenditori non vogliono aprirsi all’esterno. I rischi di investirli nell’immobiliare.

L’ossatura industriale del Paese è fatta dalle medie imprese, che si finanziano soprattutto a debito e han troppo poco capitale proprio; tale fatto, insieme alla loro riluttanza verso l’apertura a soci e manager esterni alla famiglia, ne limita le capacità di investire e crescere. Le agevolazioni fiscali concesse ai Piani Individuali di Risparmio (Pir) mirano a rimediare a questo storico limite, incoraggiando l’investimento nel capitale di queste imprese.

Dato che gli sconti fiscali costano alla collettività, dovremmo chiederci se abbiano senso, dato che essi finiscono per lo più ingoiati dalle commissioni per la gestione dei Pir, come ha scritto Nicola Borri su Lavoce.info. Inoltre i Pir hanno incontrato anche troppo successo, ci son più fondi (ad oggi oltre 5 miliardi) che opportunità di investimento in medie imprese: troppo radicata è la riluttanza delle famiglie imprenditoriali ad aprirsi all’esterno.

Speriamo che gli eventi futuri superino questi limiti; i denari pubblici sarebbero stati utili, pur se forse potevano essere usati con maggior impatto. Quel che invece appare del tutto fuori luogo è l’estensione dei Pir ad investimenti immobiliari, prevista nel Disegno di legge di bilancio.

Un conto sono le medie imprese, in cui non s’investe abbastanza. I Pir possono forse, col tempo, intaccare questo muro che nuoce allo sviluppo italiano, limitando l’offerta e la domanda; tutt’altra cosa sarebbe aprire nuove autostrade all’investimento immobiliare.

La casa è già il maggior investimento delle nostre famiglie: qui avremmo sì investimenti gestiti da professionisti, ma i gestori si papperebbero una bella fetta dell’agevolazione, e la prova che molti di loro han dato fin qui non li ha ricoperti di gloria. Asteniamoci dal fare nomi singoli.

L’afflusso di fondi, eccessivo rispetto alla disponibilità delle medie imprese ad aprire il capitale all’esterno, ha già portato ad includere i finanziamenti fra i possibili impieghi dei fondi Pir; la ragione vera dell’inopportuno allargamento di questi all’immobiliare non sarà che ci son troppi soldi in attesa di investimento? Se un gestore riceve troppi fondi rispetto alle opportunità, li restituisce agli investitori. Anche, anzi soprattutto, se a pagare è Pantalone.

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