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15 Dicembre 2017

K2 Advisors: prospettive positive per i fondi alternative

di David C. Saunders, founding managing director e Robert Christian, head of investment research di K2 Advisors

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Parecchi fattori chiave di mercato ci sembrano essere vicini a un punto d’inversione man mano che ci avviciniamo al 2018. I tassi di interesse globali sembrano destinati a crescere ulteriormente dato che la guida delle banche centrali tende sempre più verso “i falchi”. Hanno anche iniziato a fornire maggiore guidance circa la riduzione del loro prolifico quantitative easing nei prossimi 6-12 mesi. Le aspettative inflazionistiche hanno iniziato a reimpostarsi al rialzo guidate dalla crescita globale. Le preoccupazioni degli investitori hanno iniziato a spostarsi dalla forza dell’economia globale ad una maggiore concentrazione sui rischi geopolitici regionali. 

Mentre questi sviluppi possono influire in modi differenti sulle strategie alternative, l’alpha per l’universo dei fondi alternative si è storicamente rafforzata in questi contesti, particolarmente quando i tassi di interesse aumentano.

Una condizione favorevole per le strategie Global Macro

Per la strategia Global macro prevediamo potenziale grazie ai trend attuali ed emergenti dello scenario economico. Il 2017 è stato un anno impegnativo per i consulenti global macro dato che gli spread creditizi generalmente bassi, le aspettative di inflazione contenuta, la politica monetaria accomodante senza precedenti – e a nostro avviso insostenibile –  e le complicazioni circa i rischi geopolitici hanno ridotto l’attrattività di queste strategie. Con l’avvicinarsi del 2018, l’attività di politica monetaria delle quattro importanti banche centrali – la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, la Bank of England e la Bank of Japan – e di una serie di protagonisti più piccoli, presenta diverse opportunità per i gestori global macro. In questo contesto di particolare attenzione alle politiche delle banche centrali le valute potrebbero continuare a offrire significativa dispersione di performance nei prossimi mesi. 

I trend sostengono opportunità più robuste in tutte le strategie

Riteniamo che anche le materie prime beneficeranno della continua espansione economica e del potenziale ritorno a prezzi più alti. A nostro avviso i prezzi delle materie prime dovrebbero lentamente muoversi più in alto nel 2018, rafforzati ulteriormente da un ritorno dell’attenzione degli investitori ai fondamentali rispetto alle preoccupazioni di breve periodo. La probabilità di un dollaro USA debole ma relativamente stabile nella prima metà dell’anno prossimo, così come eventuali turbolenze politiche in Venezuela e Africa potrebbero far aumentare i prezzi delle materie prime.

Le strategie long short equity probabilmente saranno sostenute dai rialzi delle tassi nel 2018. Le società con fondamentali deboli troveranno i loro bilanci sotto  pressioni in un contesto di tassi di interesse in crescita, consentendo ai gestori di poter correttamente selezionare i “vincitori” coprendo nel contempo i rischi di mercato generali attraverso posizioni short. Ulteriori diminuzioni nelle correlazioni azionarie contribuiscono alle nostre prospettive favorevoli per la strategie long short equity. Gli investitori hanno iniziato a spostarsi verso i settori di servizi finanziari, assicurazioni e servizi industriali – aree che anticipiamo attireranno maggiore interesse nel 2018. Per contro, molti dei settori legati alla crescita che hanno guidato la performance del mercato azionario durante il 2017 fino a ottobre, hanno per noi meno attrattiva a causa di valutazioni più alte e il rallentamento del quantitative easing. Con condizioni finanziarie più rigide, i gestori long short equity vedono il posizionamentoshort un contesto particolarmente favorevole.

L’Importanza di un approccio tattico e diversificato

Come abbiamo citato, il contesto dinamico probabilmente non influenzerà tutte le strategie allo stesso modo. Sebbene la long short equity e la global macro possano beneficiarne, i gestori event drivenpotrebbero trovarsi di fronte a condizioni avverse. Il potenziale per ulteriori rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, fluttuazioni inflazionistiche, un forte aumento nei rendimenti dei Treasury Bond a seguito di interventi Fed, o ambiguità attorno alla legislazione potrebbero ridurre l’attrattività di fusioni e acquisizioni. Inoltre, la riforma fiscale statunitense potrebbe determinare l’eliminazione di certe deduzioni di spesa, il che potrebbe ostacolare l’attività di private equity.  D’altronde,  la possibilità di una tax holiday sul rimpatrio societario di liquidità dall’estero potrebbe sostenere i gestori event driven.

Rimaniamo consapevoli di altre potenziali sfide che potrebbero emergere nel 2018. La crescita globale potrebbe essere impedita da un errore di politica monetaria a livello di banca centrale, come innalzare i tassi di interesse troppo aggressivamente. Per i gestori event driven, un significativo errore a livello di banca centrale o aumento nei limiti normativi transfrontalieri o monopolistici potrebbe complicare e potenzialmente vanificare fusioni e acquisizioni. A fine 2017 alcuni rischi geopolitici permangono: tensioni attorno alla Corea del Nord, il potenziale di contrasti crescenti tra i legislatori USA, sviluppi nel processo sulla Brexit e gli sforzi di secessione della Catalogna in Spagna. 

Infine, riteniamo che una continua focalizzazione sulla gestione del rischio rappresenti una considerazione fondamentale nel contesto attuale. Dal nostro punto di vista, la performance della strategia di fondi alternative nel 2018 potrebbe essere spinta più da contributi alpha (o guidati dai fondamentali) e meno da influenze legate alla sensibilità di mercato (o beta). 

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