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10 Dicembre 2017

Istat: un italiano su tre è a rischio povertà. Sei giornalisti su 10 lo sono già

di Maurizio Cannone

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Secondo i dati Istat riferiti al 2016 un italiano su tre è a rischio povertà.

Un dato allarmante senza dubbio. Che diventa ancora più cupo se si considera come anche categorie ritenute privilegiate siano in realtà ormai ampiamente scivolate nel baratro di retribuzioni non solo lontane dall’immaginario collettivo ma addirittura insufficienti per sopravvivere.

Lo certifica Nicola Marini, presidente dell'Ordine dei giornalisti: “Ormai il 65% dei giornalisti è precario o disoccupato. Otto su dieci hanno un reddito intorno ai 10 mila euro, quindi sotto la soglia di povertà”. E si tratta di redditi lordi.

Ancora più grave il dato perché riguarda solo gli iscritti all’Ordine, professionisti e pubblicisti, mentre non comprende una platea infinita di persone che svolgono questa attività senza avere il tesserino. Partecipano alle conferenze stampa, pubblicano comunicati, realizzano interviste. A parte le grandi firme e quanti sono impiegati con vecchi contratti nella televisione di Stato, il resto del settore è costantemente sotto scacco: Da una parte degli editori che pagano pochi euro un articolo, dall’altra delle aziende che si creano corti di giornalisti amici (finchè durano) in cambio di un piatto di lenticchie.

Un quadro davvero deprimente che umilia la categoria e non promette niente di buono per il futuro. Sono infatti le peggiori premesse per arginare le fake news. Sta diventando una professione interessante solo per quanti non abbiano il problema di guadagnarsi da vivere, visto che in futuro il quadro non potrà che peggiorare.

È la fotografia di un Paese che non governa i fenomeni ma si limita ad adattarsi. Una forma autartica di resilienza. Perché scomodarsi ad abolire l’Ordine o al contrario fissare il numero chiuso alla professione, se si può contare su una platea sconfinata di persone senza spirito critico, disposte a lavorare gratis in cambio della firma su un articolo?  

Un solo dato positivo: i pochi editori che rispettano i contratti di lavoro e mantengono una voce critica risultano in costante crescita. Forte crescita.

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