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9 Settembre 2015

Immobiliare che riparte, non a parole. Dalla Germania un esempio da seguire

di Maurizio Cannone

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Servono fatti non parole per far ripartire il settore in Italia.

E i fatti per una volta non sono quelli attesi dai governanti ma quelli degli operatori.

Non ci sono scuse, gran parte delle aziende  nostrane sono sempre dieci passi indietro rispetto alle opportunità offerte dal mercato.

Basta guardare cosa accade in Germania. Nei giorni scorsi abbiamo scritto un articolo sull’opportunità per il settore fornita dall’arrivo dei migranti. Guarda.

Ora abbiamo fatto una ricerca sul mercato tedesco e arriva la sorpresa: sono migliaia i progetti d’investimento per utilizzare edifici nel  centro delle città come vere case per i rifugiati.

Società specializzate offrono l’acquisto di edifici con tassi di rendimento incredibili, anche del 100%. Guarda un esempio.

E si tratta di numeri veri, garantiti dallo Stato tedesco. A differenza dell’Italia, dove l’accoglienza passa dalle cooperative, in Germania sono i proprietari degli appartamenti a essere pagati.

Quindi chiunque può affittare il proprio alloggio, esattamente come avviene sul mercato tradizionale.

E così in Sassonia, per esempio, vengono riconosciuti 16 euro al giorno per l’alloggio di ogni rifugiato. Quindi 500 euro al mese, a persona. Senza i soliti trucchi all’italiana, in cui si affittano a cooperative parti di edifici, col risultato di avere una vera guerra tra inquilini e ospiti rifugiati. Interi edifici locati allo scopo. Paga lo Stato, garantito da fideiussioni, e fornisce l’assistenza necessaria. Non ghetti ma vere case, integrate in quartieri veri, reali.

Però siamo in Germania, dove gli imprenditori pensano ai fatti non alle parole. E non aspettano aiuti dall'amico di turno. 

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi