Ultime notizie

27 Novembre 2014

I fondi immobiliari marcano il passo (in attesa degli investitori stranieri) - Videointerviste

di Cristina Giua

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Riflettori puntati come non mai sul comparto dei fondi immobiliari: dopo la presentazione di ieri a Roma del rapporto Scenari Immobiliari (guarda le videointerviste realizzate da Monitorimmobiliare) è il turno del monitor sulla Finanza immobiliare, elaborato dall’Università degli Studi di Parma in collaborazione con Caceis Investor Services (gruppo Crédit Agricole), presentato oggi a Milano.

Il dossier prende in analisi 47 fondi immobiliari (di cui 23 quotati), per un totale di attività che alla data del 30 giugno 2014 ammontavano a 10,5 miliardi di euro.

Monitorimmobiliare ha seguito la presentazione intervistando i protagonisti. Moderato ottimismo da parte degli operatori italiani – è il primo elemento emerso dall'incontro - ben consapevoli della fase critica che sta ancora vivendo il nostro mercato del mattone. Per tutti tuttavia una certezza: gli investitori stranieri ci sono e sono interessati a chiudere operazioni su asset italiani: sotto questo aspetto, anzi, i prossimi mesi saranno decisivi per capire come cambierà la scacchiera immobiliare (a gennaio, ad esempio, sarà sciolta la riserva sul deal di Piazza Cordusio che fa capo a Idea Fimit Sgr).

Intanto dalle pagine del dossier Caceis emerge la fotografia di un comparto in sofferenza.

In termini di asset allocation – si legge in un estratto dello studio - i fondi analizzati detengono una quota di asset immobiliari (immobili e diritti reali immobiliari) pari all’83%, in lieve calo (-4%) rispetto alla rilevazione precedente del giugno 2013, ma pur sempre più elevata del livello minimo del 66,67% imposto dalla legislazione e dai regolamenti. La prevalente destinazione d’uso di questi asset è il terziario direzionale, seguito da commerciale (centri e parchi commerciali, supermercati), residenze sanitarie-assistenziali e hotel.

Prevale, da un punto di visita geografico, la scelta di immobili situati al Nord-Ovest (su tutte le città di Milano, Torino, Bologna, Lodi, Modena, Biella, Como e Padova) e al Centro (dove primeggia Roma).

Aumenta il ricorso agli strumenti finanziari (questa asset class pesa oggi sul 10,4% degli attivi, a giugno 2013 per il 7,6%). All’interno di questa categoria, oltre la metà (55,3%) sono le partecipazioni non quotate (in leggero aumento rispetto al 52% di giugno 2013), di cui la maggior parte di controllo “spesso in società immobiliari con cui il fondo detiene rapporti a vario titolo strategici”.

L’8,6% (in calo rispetto al 9,4% dell’anno precedente) degli strumenti finanziari è rappresentato da titoli di debito (principalmente obbligazioni corporate di società non quotate, italiane o europee, o titoli di stato italiani quali CTZ, BTP, BOT), mentre le quote di OICR (fondi aperti mobiliari, fondi chiusi mobiliari, fondi riservati, speculativi, fondi immobiliari e fondi di fondi), per lo più non quotati, pesano per il 36% (dato in linea con quello di giugno 2013).

Solo lo 0,01% (era il 2,08% a giugno dell’anno scorso) della composizione dei fondi, invece, è riconducibile a strumenti derivati (swap, opzioni put e call, cap, interest rate swap plain vanilla), utilizzati esclusivamente a scopo di copertura del rischio tasso legato a finanziamenti in essere o a contratti di leasing legati all’acquisto di immobili.

 

Guarda le videointerviste a Sergio Iasi, amministratore delegato Prelios; Paolo Berlanda, amministratore delegato Polis Fondi Sgr; Rodolfo Petrosino, direttore asset management e sviluppo IDeA Fimit Sgr (per Petrosino ora nuovo incarico); Sandro Campora, country manager Italia Cbre Global Investors; Roberto Colapinto, head of regional coverage southern europe & latin america di Caceis.

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi