Un fondo dove confluiranno asset di Stato, allo scopo di raggiungere un valore di 50 miliardi di euro che serviranno a rimborsare i creditori, abbattere il debito pubblico e a ricapitalizzare le banche.
E' questa una dei punti più duri che la Germania ha chiesto alla Grecia come condizione per siglare il patto di salvezza con cui Atene dovrà fare il conti per restare in Europa.
Il meccanismo funziona cosi': "Asset greci di valore verranno trasferiti in un fondo indipendente che li 'monetizzera'' tramite privatizzazioni e altri mezzi", si legge nel testo dell'accordo, che non scende nel dettaglio però sui tipi di asset che potranno essere ceduti.
Dalle prime ipotesi emerse tra I beni appetibili rientrerebbero le principali banche elleniche, aziende nazionali, ma anche porti e aeroporti, come il vecchio scalo di Atene (purchè naturalmente non già passati di mano, come accaduto con i Cinesi che si sono già comprati in pratica tutta la logistica di pregio del Pireo) e immobili vari, comprese isole e litorali edificabili (anche qui, a patto che Atene non li abbia già ceduti per fare cassa attraverso il Taiped, il travagliato ente per la privatizzazione delle proprietà dello Stato, creato nel 2012 quando già tirava aria di crisi).
"La monetizzazione degli asset sarà una delle fonti da cui attingere per ripagare il nuovo prestito Esm" si legge ancora nel testo.
In pratica, sfruttando o vendendo gli asset greci I creditori si assicureranno di essere rimborsati.
Non tutto andrà a ripagare il debito: 25 miliardi andranno alle banche, per quelle che dovranno essere ricapitalizzate.
"Il 50% di ogni euro che resta - conclude il testo - sarà usato per ridurre il debito, mentre il restante 50% sarà usato per gli investimenti".
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