Ad un mese e mezzo dal varo delle legge di Stabilità – che, come ogni anno, deve essere presentata dal Governo al Parlamento entro il 15 ottobre - la manovra è un calderone per cui servono tra 25 e 30 miliardi di euro.
Sul tappeto c'è il sistema pensioni, il piano di aiuti alle famiglie e alle imprese, gli sgravi fiscali per le assunzioni.
Ma ogni giorno l'esecutivo guidato da Renzi allunga la lista degli interventi promessi – tutti utilissimi, non si discute - ma che dovranno confluire in un unico documento che fissa le scelte economiche di fine anno, senza incrinare i delicati equilibri di bilancio e il patto di stabilità con l'Europa.
C'è spazio anche per le misure sulla casa e quest'anno su due fronti molto attesi dai contribuenti, su cui Renzi non ha mancato di tornare a parlare e promettere proprio a fine agosto: via la Tasi sulle prime abitazioni che sarà abolita "per tutti", come ha ripetuto il premier a Rimini (più cauto in materia il ministro dell'Economia Padoan, a cui spetta far tornare la quadra rispettando il Def).
E poi, ancora, via l'Imu agricola e quella sugli impianti imbullonati.
Costo stimato della manovra sulle tasse immobiliari: 4,5 miliardi di euro, ma neanche una parola su dove trovare le risorse.
C'è poi il bonus casa (gli sgravi fiscali ancora al 55 e 65% per le ristrutturazioni e sostenibilità energetica degli immobili, di importanza vitale per la sopravivenza di tante imprese di settore, oltre che interessanti per I contribuenti) che sarà rinnovato anche nel 2016.
Lo ha garantito il ministro Delrio, ma su questo punto c'è stata anche la rassicurazione di Renzi a Federlegnoarredo.
Con quali magheggi il Consiglio dei ministri troverà e risorse per questi ed altri interventi?
Dovrà rinunciare a qualche promessa, oppure per far tornare i conti è in vista – come temono in molti – qualche aumento last minute (magari su carburanti, Iva o altri beni di largo consumo)?
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