Case popolari, disinnescare l’emergenza
di Luigi Dell'Olio, Monitorimmobiliare 20 Marzo 2017Non è solo una questione di welfare, ma anche di ordine pubblico. Sulla vicenda delle case popolari occorrono risposte urgenti dal fronte politico, che pure non si trova in una situazione agevole data la scarsa disponibilità di risorse.
Sta di fatto che da Roma a Milano, da Torino a Napoli, la questione legata alle abitazioni per le fasce più disagiate della popolazione sta creando tensioni crescenti. Con il rischio che si venga a creare una situazione esplosiva, che a quel punto risulterebbe difficile da governare.
Ad esempio, nel capoluogo lombardo solo l’11% di questi immobili è in buone condizioni. Di positivo c’è che intanto continuano a scendere le occupazioni abusive e nel frattempo Metropolitana Milanese, che gestisce le case popolari di proprietà del Comune, sta mettendo a punto un piano per assegnare quasi 2mila appartamenti sfitti entro fine anno.
L’ultimo rapporto Nomisma quantifica in 1,7 milioni le famiglie in locazione che attraversano oggi una condizione di disagio abitativo (per i due-terzi si tratta di nuclei italiani) e “corrono un concreto rischio di scivolamento verso forme di morosità e di possibile marginalizzazione sociale”, per stare alle parole utilizzate dagli stessi autori del report.
Il prossimo Def, documento che definisce le linee guida della Legge di Bilancio dello Stato, potrà risultare decisivo per rilanciare gli investimenti nelle infrastrutture, compreso l’immobiliare. Allentando i vincoli dell’austerity, si potrebbero creare le condizioni per disinnescare le tensioni e ravvivare il mercato dell’edilizia, partendo proprio dagli immobili più fatiscenti.