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Fiaip: preoccupazione per il nuovo regime fiscale delle locazioni brevi
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Fiaip esprime grande preoccupazione a nome degli agenti ed intermediari immobiliari sul nuovo regime fiscale delle locazioni brevi, che comporterà compiti aggiuntivi per gli operatori.
Gli agenti che operano nel settore delle locazioni, anche attraverso i portali online, dovranno operare, all'atto dell'accredito, una ritenuta fiscale sui compensi versati al locatore.
A loro carico, secondo quanto stabilito dal decreto legge n° 50/2017, spetterà il versamento di una ritenuta all'Erario. Il nuovo regime fiscale in vigore impone alle agenzie e ai portali immobiliari di operare in qualità di sostituti d’imposta e di comunicare all’Agenzia delle Entrate i contratti conclusi per loro tramite, qualora incassino i canoni o i corrispettivi relativi ai contratti.
Oggetto della ritenuta è la cedolare secca del 21% (già applicabile anche alle locazioni brevi sin dal 2011, in alternativa facoltativa all’ordinario regime Irpef per contratti stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa).
Fiaip sostiene che il problema del mondo delle locazioni turistiche non sia il sommerso o l’evasione ipoteticamente generata per gli affitti brevi, in quanto oggi la percentuale di pagamenti in contanti è bassissima e quindi altamente tracciabile. Il problema, secondo la federazione, sono le differenti normative locali differenti tra Regione e Regione che creano confusione agli stessi proprietari che decidono di acquistare un immobile e di gestirlo in proprio per la locazione turistica.
Raffaele Dedemo, Vicepresidente Fiaip con delega al Turismo: “E’ evidente che questo provvedimento rappresenta un’ulteriore incombenza sull’attività degli agenti immobiliari, che inciderà notevolmente su chi lavora nel settore delle locazioni turistiche, a fronte di guadagni, a volte, molto limitati. E’ sbagliato ritenere questa una nuova tassa che grava sugli immobili e la proprietà immobiliare, così come è stato fatto erroneamente da molti media, che hanno chiamato la stessa, semplificando, Tassa AirBnb. Al di là dell’eterno dualismo nel settore tra alberghiero ed extralberghiero, come il danno provocato dai B&b abusivi, che lo Stato intende perseguire, non è solo un danno di immagine per le città d’arte italiane e per il Paese, ma a farne le spese sono gli stessi Comuni, che ogni anno perdono milioni di euro per il mancato incasso della tassa di soggiorno. Per Fiaip c’è la necessità di comprendere con quale risorse si intenda sviluppare il Turismo in Italia. C’è da chiedersi, infatti, che fine hanno fatto in molti territori i soldi versati dalle imprese ai municipi per la tassa di soggiorno, prelevati per essere reinvestiti per la promozione turistica e invece usati per sanare i buchi di bilancio delle municipalizzate o delle amministrazioni pubbliche”.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Lendlease: MIND continua a crescere con i cantieri di WestGat
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