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6 Novembre 2014

Fiaip: Enasarco, con il nuovo statuto una tassa in più per i mediatori immobiliari

di Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip

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Continua la dialettica tra le tre associazioni degli agenti immobiliari su Enasarco. Riceviamo e pubblichiamo il commento di Fiaip.

In un bell’articolo, a pagamento, su un giornale economico, Enasarco tenta di spiegare come il nuovo statuto non permetta all’Ente di allargare la platea contributiva ad altre categorie che non siano quelle degli agenti di commercio. 
A leggere l’articolo, in prima battuta, vien quasi da credere che l’Ente tenda a dare ragione a Fiaip che da tempo sostiene che i mediatori immobiliari non si possano ricomprendere tra le categorie che possono essere attratte dalla previdenza integrativa.

Leggendo il testo più approfonditamente ci si accorge, però, dell’amara verità e cioè che Enasarco in sostanza ci dice che al di là della propria legge istitutiva, possono essere attratti alla Cassa di Previdenza degli agenti di commercio tutti coloro i quali stipulino contratti di collaborazione i cui contenuti siano riconducibili al 1742 del c.c.

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché l’Ente ha sentito la necessità di stipulare accordi con Fimaa e Anama per l’adesione volontaria a Enasarco dei collaboratori non abilitati (abusivi) alla mediazione immobiliare?
I contratti che intercorrevano tra il mediatore e gli abusivi erano tutti riconducibili all’art. 1742 del c.c.?

Sicuramente no!
E sicuramente per Enasarco è molto più facile, e meno costoso, far aderire volontariamente i lavoratori che procedere a costose e lunghe dispute in sede giudiziaria.
Il ragionamento di Enasarco è molto semplice: posto che il 95% delle agenzie immobiliari ha in essere contratti di collaborazione, l’Ente, per controllare tutti i mediatori, dovrebbe dispiegare un numero consistente di ispettori di cui, peraltro, non dispone.

Molto meglio stipulare accordi in cui siano gli stessi mediatori a consegnarsi volontariamente al di là della riconducibilità dei loro contratti al 1742 del c.c.
Ma quali riflessi ha avuto sul mondo dei mediatori il Protocollo d’Intesa siglato tra Enasarco, Fimaa e Anama?

Il primo e il più scandaloso è quello per cui un giovane aspirante agente immobiliare, per poter lavorare nelle agenzie immobiliari che hanno scelto la linea di Fimaa e Anama, deve obbligatoriamente iscriversi all’Enasarco, pagando quindi (insieme al suo titolare) i contributi Enasarco, contributi che andranno completamente persi nel momento stesso in cui il giovane, da “aspirante” mediatore lo diventi per davvero, dopo aver superato l’esame abilitante, a causa dell’incompatibilità tra il mediatore immobiliare e l’agente di commercio.

Per farla breve, il Protocollo ha di fatto istituito una nuova tassa sul lavoro dei nostri figli, infatti i versamenti all’Enasarco non possono essere totalizzati o ricongiunti con quelli dell’Inps, e così il nostro giovane agente immobiliare andrà a ingrossare le fila dei 550.000 cittadini che, pur avendo versato all’Ente, non riceveranno nessun trattamento pensionistico.
Soldi buttati quindi, con il solo fine di rimpinguare le casse dell’Ente.

Il secondo effetto è quello per cui si è istituita una nuova categoria professionale, cioè quella dei mediatori immobiliari non abilitati, che si aggiunge a quella dei medici non abilitati, degli avvocati non abilitati e così proseguendo con buona pace di anni di battaglie sull’abusivismo e della modifica della L. n. 39/89 voluta fortemente da Fiaip e approvata in Senato che inasprisce le sanzioni contro gli abusivi.
Si è vero, ritornando sull’articolo a pagamento di Enasarco, vien quasi da credere che non vogliano allargare la platea contributiva, ma allora perché l’Ente, insieme a Fimaa e Anama, ha presentato un Interpello all’Enasarco in cui si chiede al Ministero del Lavoro se i mediatori immobiliari (quelli abilitati) siano o meno attratti dalla previdenza integrativa dell’Ente?

Se non si vuole attrarre la categoria che senso ha chiedere al Ministero del Lavoro una cosa che si dichiara pubblicamente di non volere?
Basterebbe una risposta chiara e precisa di Enasarco a queste domande per sgombrare il campo da ogni dubbio, basterebbe il ritiro dell’Interpello presso il Ministero del Lavoro e il ritiro del Protocollo di Intesa da parte dei firmatari per dare un senso a quanto scrive Enasarco e a quanto asseriscono Fimaa e Anama.

Ma noi di Fiaip sappiamo bene che questo non accadrà per il semplice motivo che in questo Paese a nessuno interessa che dei giovani debbano essere obbligati a pagare per una pensione che non riceveranno mai, a nessuno interessa che si sia introdotta una nuova tassa sul lavoro e che si creino nuove categorie professionali di non abilitati.
E a quanto pare a nessuno interessa che anche per gli agenti immobiliari abilitati, e non, si profili una nuova tassazione contributiva che si andrà ad aggiungere a quella dell’Inps, senza però che queste due contribuzioni si possano ricongiungere.

Enasarco fa la sua giusta battaglia per tentare di apportare più liquidità alle sue casse a spese degli agenti immobiliari,  Fiaip sta cercando con tutte le forze di contrastarla, ma mi chiedo che ruolo stiano giocando Fimaa e Anama.
Anche perché gli strenui difensori della categoria non si sono accorti che i controlli nelle agenzie immobiliari sono ripresi e che finito il tempo di vigenza del Protocollo di Intesa (31 luglio 2014), l’asserita pax  tanto sbandierata tra mediatori ed Enasarco è finita.
Ed ora, per tutelare i loro iscritti Fimaa e Anama, cosa faranno ?

Noi siamo ancora qui a combattere per evitare che sulla categoria si abbatta l’ennesima tassa e lo facciamo con azioni concrete.
Nei giorni scorsi abbiamo costituito un Comitato con cui presteremo assistenza a coloro i quali, iscritti Fiaip, abbiano azioni legali in corso con Enasarco e le prime adesioni sono già arrivate.
Supporteremo coloro i quali si sono ritrovati a pagare centinaia di migliaia di euro e, nel contempo, abbiamo predisposto un contratto tipo di collaborazione tra agenti immobiliari che non potrà essere equiparato a quelli di cui all’art. 1742.

Inoltre essendo Fiaip l’unica Associazione ad avere un contratto di lavoro di primo livello (a trattativa diretta), che regolamenta anche i rapporti atipici (contratti di collaborazione), insieme alle parti sociali abbiamo creato un Ente che certifica il contenuto di tali contratti.
Il contratto così certificato è opponibile ad Enasarco, che in caso di ispezione non potrà più irrogare sanzioni a carico del mediatore, ma dovrà prima contestare la certificazione stessa.

Il problema è risolto? Si, per coloro i quali, associati Fiaip, certificheranno i contratti di collaborazione, ma non per coloro che volontariamente hanno aderito al Protocollo d’Intesa con Enasarco e per tutti coloro che ancora credono a Babbo Natale.
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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi