E' del colosso immobiliare Vanke, specializzato in edilizia residenziale e che non naviga esattamente in buone acque, il primo padiglione di Expo ad essere arrivato al traguardo.
Il progetto è stato presentato ufficialmente a Palazzo Marino a maggio 2014 dai vertici del gruppo arrivati appositamente a Milano dalla Cina, porta la firma dell'archistar Daniel Libeskind ed è stato realizzato dalla italiana Bodino Engineering di Torino.
"Per concepire il Padiglione, Libeskind si è ispirato a Huan Shan, la Montagna Sacra cinese - ha detto il project manager, Riccardo Fossati alla cerimonia di consegna, presente il presidente di Vanke, Wang Shi -.
L'ha stilizzata e riprodotta in una struttura ricoperta da 4.200 piastrelle rosse, in grado di cambiare sfumatura e colore a seconda della luce.
L'effetto visivo è quello di una copertura "a scaglie" che ricordano le squame di un serpente.
"Abbiamo cominciato i lavori a giugno scorso e siamo riusciti a concludere il lavoro in dieci mesi" ha spiegato Fossati.
Le sfide realizzativi sono stati molteplici.
L'edificio-scultura ha richiesto la realizzazione di una serie di pezzi unici che andavano di volta in volta assemblati.
"Ogni pezzo è stato pensato e ingegnerizzato 'ad hoc'” - ha sottolineato Fossati, precisando che al progetto hanno lavorato 15 architetti, di cui quattro specialisti in modellazioni in 3D.
A completare il lavoro ci hanno poi pensato 30 persone rimaste in cantiere con doppi turni per nove mesi, inclusi i giorni festivi.
I materiali utilizzati per la Montagna Sacra di Libeskind sono stati, oltre alle 4.200 piastrelle in 'gress' (particolare tipo di ceramica, prodotta in questo caso a Sassuolo), 8.000 mila metri lineari di bambù, 140 tonnellate di ferro, 800 metri quadrati di una particolare resina cementizia.
L'edificio è ecosostenibile ed è dotato di una vasca d'acqua di 180 metri quadri, sulla quale è stato pensato un percorso speciale, per esprimere la cultura del cibo della Cina.
