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19 Febbraio 2016

Expo diventa Arexpo, il Governo entra con il 40%

di red

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Si è conclusa l’avventura dell’Esposizione Universale. Expo si trasforma in Arexpo, la società proprietaria dei terreni. Il Governo, attraverso il ministero delle Finanze, è entrato nella società con il 40% cambiandone fisionomia e forma per la gestione del progetto di sviluppo dell’area. L’ingresso dell’Esecutivo non significa però commissariamento.

Nel corso di un vertice a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro Maurizio Martina, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, del sindaco Giuliano Pisapia e del governatore Roberto Maroni, è stato presentato il decreto della presidenza del consiglio che definisce la nuova governance e le nuove regole: lo Stato entra mettendo 50 milioni e, grazie a questa ricapitalizzazione esclusiva, si aggiudica circa il 40% delle quote. Comune e Regione scendono a circa 25% ciascuna, poco meno di 10 andrà a Fondazione Fiera (che resta ancora nel board, malgrado Fondazione abbia più volte ripetuto di voler uscire dall’operazione), il pochissimo che avanza viene ripartito fra Comune di Rho e Città metropolitana. Il consiglio di amministrazione si è allargato passando da 3 a 5 componenti: il presidente sarà designato dal Comune, mentre l’AD sarà Giuseppe Bonomi, indicato dalla Regione. Arexpo dovrà fare a meno di un commissario a causa dei tempi burocratici per la nomina.

In attesa della ratifica dell’accordo, all’assemblea di Arexpo del 29 febbraio, il sindaco guarda avanti: “Adesso è tutto pronto per proseguire con determinazione nell’impegno iniziato nei mesi scorsi per realizzare nell’area del sito di Rho-Pero il grande progetto innovativo che comprende il Campus universitario proposto dall’Università Statale, l’Istituto italiano di Tecnologia e le imprese impegnate nel settore della ricerca e dell’agroalimentare oltre alla creazione di uno dei più grandi parchi d’Europa. Un progetto fondamentale — conclude Pisapia — per il futuro del nostro territorio e dell’intero Paese di cui proprio Arexpo sarà il soggetto protagonista”. Soddisfatto anche Maroni: soprattutto perché è stata inserita nello statuto la clausola sollecitata dalla Regione, secondo cui dovranno essere approvate dai tre soci pubblici all’unanimità le decisioni su modifiche statutarie, eventuale alienazione delle aree, masterplan del post Expo. 

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