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7 Dicembre 2016

Derivati: 485 milioni di multa a tre banche per cartello Euribor

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Hsbc, Credit Agricole e JPMorgan saranno costrette pagare 485 mln di euro complessivi a seguito della sanzione inflitta dall'Unione Europea per avere fatto cartello sui prodotti derivati di tassi di interesse in euro (Euribor) e di aver scambiato tra loro informazioni sensibili violando le regole Ue sulle pratiche anti concorrenziali.

Contrariamente a Barclays, Deutsche Bank, Rbs e Societé Generale che dopo aver ammesso le proprie responsabilità nel cartello Euribor hanno concordato una transazione con l'Antitrust europeo nel dicembre 2013, Credit Agricole, Hsbc e JPMorgan Chase non hanno voluto trovare una regolazione del caso con la Commissione che di conseguenza ha proseguito l'inchiesta. Con la decisione di oggi si conclude la prima delle diverse indagini aperte sui cartelli nel settore finanziario, cominciate nel 2011.

Credit Agricole è stato multato per 114, 654 milioni, Hsbc per 33,606 milioni e JPMorgan Chase per 337,196 milioni. Le diverse cifre dipendono dalla diversa mole di ricavi e dalla durata nel cartello che ha violato le regole.

I prodotti derivati di tassi di interesse riguardano accordi sui tassi futuri, swaps e opzioni su tassi di interesse, che le imprese usano sia per gestire il rischio di fluttuazione dei tassi di interesse sia a scopi speculativi. Il loro valore è in funzione del livello di un tasso di interesse di riferimento, come il tasso interbancario offerto in euro (Euro Interbank Offered Rate o Euribor) e/o l'Eonia (Euro Over-Night Index Average) per ciò che riguarda i prodotti derivati di tasso di interesse denominati in euro.

Il tasso di riferimento Euribor deve corrispondere al costo dei prestiti interbancari in euro e viene fissato sulla base di quotazioni individuali sottoposte ogni giorno da un panel di banche a un agente di calcolo. L'Antitrust europeo ha constatato che una intesa ha funzionato fra settembre 2005 e maggio 2008 e che sette banche (Barclays, Credit Agricole, Hsbc, JPMorgan Chase, Deutsche Bank, Rbs e Societé Generale) vi avevano partecipato durante periodi variabili.

I trader delle banche coinvolte nel cartello mantenevano contatti regolari attraverso forum di discussione o servizi di messaggeria istantanea allo scopo di "falsare il corso normale degli elementi dei prezzi dei prodotti derivati di tasso di interesse in euro". In sostanza, comunicavano tra loro i valori desiderati o che avrebbero comunicato per l'Euribor, scambiando informazioni sulle posizioni e sulle strategie perseguite. Le sette banche "si sono accordate tra loro invece di farsi concorrenza sul mercato dei prodotti derivati in euro", indica la Commissione. Si tratta di un mercato "molto importante non solo per le banche ma anche per molte imprese nel mercato unico che usano prodotti derivati di tasso di interesse in euro per coprire i rischi finanziari".

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