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21 Agosto 2019

Crisi di Governo, i fronti aperti per l'immobiliare e le costruzioni

di G.I.

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Non solo legge di Bilancio, che se non fosse approvata entro la fine dell'anno aprirebbe la strada all'esercizio provvisorio. La crisi di Governo e la prevedibile fase di incertezza che seguirà lasciano in sospeso una serie di scadenze che l'esecutivo avrebbe dovuto affrontare: decine di dossier aperti, alcuni più spinosi di altri a partire dalla scelta del nome da indicare per la nuova commissione Ue, passando per l'approvazione finale dell'assestamento di bilancio, necessario per preparare la prossima manovra, fino al rischio chiusura dell'Ilva di Taranto. In alcuni casi si tratta di provvedimenti che devono essere perfezionati, in altri di dossier economici aperti, come quelli relativi al Monte dei Paschi di Siena. Mentre dopo il controverso sì alla Tav devono essere prese altre decisioni sui progetti infrastrutturali da avviare. 

Vediamo in sintesi le 'partite' più significative rimaste in sospeso che riguardano l'immobiliare e le costruzioni.

Sfuma il maxi piano di cessioni da 18 miliardi. Il programma annunciato nel Def, il Documento di economia e finanza dello scorso aprile, prevedeva ricavi da privatizzazioni per 18 miliardi (circa un punto di Pil), necessari anche per contribuire alla riduzione del rapporto debito/pil. Obiettivo questoche già da tempo appare fuori portata, anche perchè l'esecutivo non ha finora specificato quali asset intenda cedere, al di là del programma di dismissioni immobiliari. A meno di sorprese sarà quindi inevitabile con l'aggiornamento del Def atteso per fine settembre (Sempre che ci sia un governo in grado di approvarlo) prendere atto dell'impossibilità di mantenere gli impegni ed aggiornare di conseguenza anche le stime sul debito.

Se il via libero alla Tav è ormai dato per conseguito, con l'avvio delle gare in settembre, per la Gronda di Genova, opera fondamentale per lo sviluppo della città, il percorso autorizzativo è ancora fermo. Per la verità l'opera infrastrutturale ha già ottenuto stanziamenti e via libera a tutti i livelli, ma il dossier è fermo sul tavolo del ministro dei trasporti, Danilo Toninelli, per l'ultimo ok. Toninelli frena perchè non vuole che sia Autostrade per l'Italia a gestire l'operazione. 

Proprio la tassazione immobiliare era al centro di un tentativo di revisione. In Parlamento era, infatti, in discussione una norma che prevedeva l'unificazione di Imu e Tasi, che avrebbe dovuto in realtà comportare una semplificazione burocratica ma con gettito invariato (quindi stesso carico fiscale per i cittadini). Diversi esponenti della Lega avevano spiegato di voler allargare il campo di intervento abolendo del tutto la tassa sui servizi indivisibili e studiando il meccanismo per impedire agli enti di "ricaricare" il mancato gettito sull'Imu. Il costo di questa operazione sarebbe di poco superiore al miliardo e il luogo per metterla in pratica la prossima Manovra.

Nel frattempo resta “appesa” la sorte di diverse misure a favore di famiglie, imprese, professionisti e Terzo settore, non ancora operative o in scadenza. Le aziende, che hanno bisogno di programmare gli investimenti, non sanno se e in quale modo saranno ancora valide nel 2020 le agevolazioni di iper e superammortamento, il cui termine è ora fissato a fine anno. Né hanno certezza sul quadro dello Sblocca cantieri, perché è vero che la legge è stata approvata a giugno, ma mancano ancora più di 20 decreti attuativi. Così come oltre 340mila enti del Terzo settore dovranno attendere almeno fino al 2021 per il debutto dei nuovi regimi fiscali agevolati, sempre che il Registro unico parta entro il prossimo anno.

Chiusure domenicali. Tra i provvedimenti in stand-by, che già rischiavano di non ottenere mai il disco verde del Parlamento, anche la proposta di legge per le chiusure domenicali dei negozi, cavallo di battaglia M5s. Il ddl è fermo in commissione Attività produttive della Camera. All'origine dello stop ci sarebbe il fatto che l'opportunità di tenere chiusi gli esercizi commerciali di domenica è considerato un tema molto divisivo nel Paese.

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