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9 Aprile 2015

Con l'asset quality review più trasparenza nelle banche

di P.R.

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La trasparenza rappresenta da sempre un elemento fondamentale per le banche e per gli organi di vigilanza, anche se non sempre questi soggetti si sono allineati alle migliori pratiche in materia.

Molti gli esempi negativi in materia.

Per questo il 26 ottobre 2014 la Banca centrale europea (Bce) aveva presentato il cosiddetto Comprehensive assessment delle banche europee, fra cui 15 italiane.

Si è trattata di una valutazione, composta da tre fasi (Supervisory risk assessment, l’Asset quality review – Aqr, cioè una revisione della qualità degli attivi – e gli Stress Test), nata grazie ad una metodologia trasparente condivisa che ha permesso la comparabilità dei risultati.

Per poter dare una dimensione degli impatti conseguenti all’introduzione di questi provvedimenti, Crif credit solutions ha prodotto uno studio che ha analizzato gli effetti dell’introduzione dei criteri di valutazione dei crediti secondo la metodologia Aqr, ma ha anche approfondito l’investimento complessivo per il sistema (bancario e non) delle strategie di mitigazione messe in atto dalle prime 15 banche italiane come conseguenza dei risultati d’esercizio.

Per quanto riguarda il primo aspetto gli indicatori Aqr miglioreranno le valutazioni del merito di credito da parte delle banche con particolare riferimento alle controparti imprese.

Sotto il secondo profilo, l’analisi Crif ha studiato l’investimento complessivo che il sistema (bancario in primis) ha sostenuto in conseguenza dei risultati derivati dal Comprehensive assesment e dagli stress test; evidenziando un investimento per gli stakeholder (azionisti e clienti in primo luogo) pari a quasi 56 mld di euro sia in termini di adeguamenti patrimoniali sia di deleveraging complessivo dei crediti.

Secondo Giorgio Costantino, responsabile del management consultino di Crif credit solutions per l’Italia e per l’estero: “Le analisi condotte evidenziano due aspetti fondamentali in chiave evolutiva per il sistema bancario italiano.

Da un lato i criteri Aqr introducono logiche valutative oggettive dei crediti e permetteranno di aumentare la ‘cultura dell’analisi’ ponendo le basi per un miglioramento del rapporto banca-impresa fondato su criteri solidi e virtuosi.

Dall’altro, affinché l’investimento rilevante sostenuto dal sistema possa realmente essere capitalizzato e tradotto in vantaggi per il sistema di stakeholder nel suo complesso, sarà necessario tradurre concretamente i costi sostenuti in opportunità evolutive strutturali per il sistema bancario”.

Conclude poi Costantino: “Questo significa che le banche dovranno anzitutto internalizzare il know how generato, ma soprattutto integrare le metodologie adottate nei processi e nei sistemi di gestione del credito (concessione, monitoraggio e recupero crediti).

A questo va aggiunto che il contesto macroeconomico è ancora sfidante, lo stock dei Npl è ancora su livelli elevati e che la supervisione diretta da parte della Bce potrebbero determinare la richiesta di esercizi omologhi all’Aqr su base periodica, accelerando l’esigenza di industrializzazione complessiva dei processi. Sarà perciò fondamentale abilitare le banche a fornire su base periodica e con logiche industriali risposte tempestive ai Regulator, anche tramite la creazione di base dati solide e quantitativamente consistenti (disponendo informazioni regolamentari, di rischio e gestionali del credito) che rendano possibile l’elaborazione, la reportistica e la governance dei dati in modo strutturato ma anche adattabile alle esigenze degli stessi Regulator”.

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