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I nodi del mondo delle costruzioni cinese vengono al pettine e il Governo di Pechino, per evitare un effetto domino dalle conseguenze poco controllabili, corre a ripari - anche se con un po' di ritardo - e aiuta i costruttori più esposti.
La causa non è nuova: un rallentamento del mercato degli immobili, soprattutto quelli residenziali, che sta provocando un accumulo di invenduto maii visto prima.
Uno scenario, insomma, all'opposto di quello visto fino ora - quello del rischio scoppio bolla immobiliare con prezzi alle stelle e developer impegnati in nuovi sviluppi - a cui erano abituati investitori e operatori cinesi, che sul mattone hanno fatto fortuna.
Poi l'inversione di rotta, i cui primi sentori si sono fatti sentire già all'inizio dello scorso anno.
Ma Pechino non aveva messo mano al portafoglio, poi le prime mosse: tra le situazioni critiche c'è ad esempio quella di Evergrande Real Estate Group che ha annunciato che tre grandi banche controllate dallo Stato hanno concesso un ampliamento delle linee di credito per circa 16 miliardi.
A febbraio invece la China Orient Asset Management Corp, controllata dallo Stato, ha annunciato di voler acquisire il 50% di Shanghai Zendai Property per quasi 200 milioni.
A fine anno invece era toccato a China Communications Construction, anche questa statale, acquisire il 24% di Greentown China Holdings, specializzata in residenze di lusso, per oltre 700 milioni.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Blackstone: AUM a 1,21 trilioni e utile record nel Q2 2025;
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