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21 Luglio 2017

Bottelli, Kryalos: il successo arriva dall'estero

di Luigi Dell'Olio, Monitorimmobiliare

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Il ritorno delle operazioni nelle principali piazze nazionali, il consolidamento dell’interesse da parte degli investitori internazionali, i nuovi trend della domanda. I segnali che arrivano dal mercato immobiliare inducono a un cauto ottimismo. Certo, i problemi non sono spariti di colpo, ma il contesto di fondo si stoa rischiarando dopo una lunga fase di sofferenza. Ne abbiamo parlato con Paolo Bottelli, fondatore e chief executive officer di Kryalos, tra le realtà più attive nel mercato immobiliare italiano. Costituita nel 2013, è attiva sia come sgr sia nell’asset management.

Partiamo da uno sguardo generale al mercato italiano: cosa possiamo attenderci nei prossimi mesi?

“Ci aspettiamo un buon andamento per tutti i settori negli ultimi mesi del 2017. Mi riferisco sia al comparto degli uffici, sia agli uffici e al retail. In particolare c’è un grande interesse da parte degli investitori internazionali, che sono quelli che noi presidiamo maggiormente”.

Quali sono le piazze nazionali più interessanti?

“Sicuramente Milano, ma anche Roma – che era stata messa da parte negli ultimi anni – sta recuperando terreno e sarà tra i territori protagonisti di grandi investimenti tra la fine del 2017 e il 2018”.

In riferimento agli investimenti internazionali spesso si sottolinea che trovano difficoltà a trovare asset adeguati, di qualità. È un problema che sussiste ancora?

“Sicuramente questa situazione esiste. C’è molta domanda, tanta liquidità in circolo sui mercati, liquidità che a nostro avviso non è destinata a ridursi a breve, anche perché la Brexit dovrebbe portare benefici al mercato. Il nostro compito è trasformare immobili che hanno visto pochi investimenti in questi anni in realtà capaci di attirare l’interesse degli investitori internazionali. Ad esempio servono uffici di classe A, certificati, con superfici di piano all’altezza delle aspettative dei clienti più esigenti. In campo alberghiero c’è la necessità di creare in alcune piazze hotel capaci di attrarre brand internazionali, attualmente non presenti in questo settore. Quanto al retail dobbiamo ragionare su formule moderne, che siano in grado di tenere botta alla concorrenza del commercio online. In Italia ci sono tanti immobili che non sono stati gestiti in maniera adatta, per cui vedo molto lavoro davanti a noi”.

L’investitore straniero viene in Italia soprattutto perché trova multipli più bassi, dovuto alle ragioni che tutti conosciamo – dall’inefficienza della burocrazia alla lentezza della giustizia civile – o vi sono altre ragioni?

“Il mercato è sicuramente più stabile che in passato. Molti operatori negli ultimi anni si sono affacciati sul nostro mercato e hanno fatto buone operazioni. Il mercato italiano sta diventando più trasparente. La ripresa da noi è partito più tardi e ci sono segnali per un proseguimento del trend. Le quotazioni restano a sconto rispetto ad altre piazze europee che hanno visto partire prima il ciclo positivo”.

Ha fatto riferimento al tema della liquidità, particolarmente caldo in questi giorni. Dopo che nei giorni scorsi Mario Draghi ha confermato che non sono in vista rialzi dei tassi, si scommette sul momento in cui quanto meno caleranno gli acquisti da parte della Bce. Questo cambio di paradigma, prima o poi inevitabile, potrebbe diminuire la liquidità sul mercato, rallentando le operazioni nel nostro Paese?

“Per quanto ci riguarda siamo focalizzati su immobili di qualità. Riteniamo che su questo fronte la liquidità resterà elevata. Ovviamente se riusciamo ad attirare oggi un capitale interessato a investire su tassi bassi, è possibile ipotizzare per il futuro una differente tipologie di investitori. Ma resta il fatto che l’Italia è considerata più affidabile del passato e questo apre le porte a nuovi investimenti”.

Il mercato npl, dopo le operazioni Mps e Unicredit, comincia a decollare anche nel nostro Paese. Cosa attendersi da qui in avanti?

“Le operazioni che ha citato sono importanti. Ora la sfida è creare un mercato secondario anche nelle piazze secondarie. La sfida sarà garantire l’accesso al credito per gli operatori che puntano su città differenti da quelle più grandi”.

Chiudiamo con una battuta sulla vostra società: quali sono i vostri target?

“Siamo una realtà giovane, che ha quattro anni di vita. Attualmente abbiamo poco più di 3,5 miliardi di asset in gestione. Stiamo andando sempre più in direzione di una gestione multicliente. Non ci siamo dati dei target particolari: posso solo dire che l’anno in corso è molto importante sia in termini di volumi, che di diversificazione dei clienti”. 



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