Non era mai successo che un’associazione immobiliare finisse in un’inchiesta per tangenti.
Appare ora nelle intercettazioni che hanno portato all’arresto di Marcello De Vito (M5S) capogruppo del consiglio comunale di Roma, che dice: «È venuto uno di Assoimmobiliari (il nome nelle trascrizioni ha una i finale) in Comune. Stiamo lavorando su un po’ di cose, roba grossa, hanno preso la gestione del Fondo della città metropolitana”.
Qui segnaliamo un articolo del Corriere della Sera, edizione romana.
Ora, visto che nella vicenda le intercettazioni coinvolgono diverse persone tra cui Parnasi (ex responsabile delle affiliazioni su Roma di Assoimmobiliare) e Toti (membro storico dell’associazione), risulta difficile capire se “uno di Assoimmobiliare/i sia un singolo associato o un rappresentante ufficiale dell’associazione. Sempre sottolineando che fino alla sentenza del tribunale tutti sono innocenti, sono evidenze di una gravità assoluta. Si tratta di un singolo associato che si è schermato dietro al nome di un’associazione per portare avanti i propri interessi personali, oppure un rappresentante diretto dell’associazione si è attivato per promuovere una serie di attività illegali? Saranno le indagini a chiarire le responsabilità.
La situazione è grave. Forse si tratta della crisi più grave mai vissuta dal sistema associativo immobiliiare. Ancora più grave in un momento in cui i costruttori invocano l’apertura di nuovi cantieri.
Interpellata in merito Assoimmobiliare ha risposto:
“Assoimmobiliare, a commento di quanto letto in merito ad alcune intercettazioni telefoniche che menzionano l’Associazione, precisa, ove mai necessario, che Assoimmobiliare non gestisce alcun fondo e si dissocia in modo deciso dall’utilizzo inappropriato del proprio nome e marchio”.
