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L'economia italiana - pur in un quadro più debole rispetto a quello dell'area europea in cui siamo inseriti – sta dando segnali di vita.
La prudente conferma arriva dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nelle sue Considerazioni finali rivolte, come ogni anno, all'assemblea di via Nazionale.
Il discorso del numero uno della banca centrale – di quelli ufficiali e che riceve ampia eco sui media - è stato anche il momento per entrare un po' più nel dettaglio.
Nessun dato nuovo, ma solo la certificazione e il riassunto di quanto già metabolizzato negli ultimi mesi.
“L'aumento del Pil nel primo trimestre del 2015 interrompe una lunga fase ciclica sfavorevole” e “dovrebbe consolidarsi nel trimestre in corso e in quelli successivi” ha detto il Governatore, sottolineando anche che “all'accelerazione delle esportazioni si accompagna un recupero della domanda interna.
Prosegue il rialzo della spesa delle famiglie, soprattutto per beni durevoli, anche grazie alle migliori prospettive del reddito disponibile.
La dinamica degli investimenti è tornata positiva e secondo le valutazioni delle imprese potrà rafforzarsi nel corso dell'anno”.
Nei beni durevoli – anche se Visco non ne fa espressamente cenno – rientra a pieno titolo anche la casa.
E come gli operatori della filiera immobiliare sanno benissimo, la ripartenza dell'economia e dell'occupazione è la condicio sine qua non per concretizzare la domanda abitativa in veri e propri numeri di compravendite, da cui non si può prescindere per parlare di vera svolta del mercato immobiliare.
A maggior ragione ora che i prezzi delle abitazioni e l'accesso al credito sembrano diventati un po' più abbordabili, come non capitava da anni.
“Non vi sono finora segnali che i bassi tassi di interesse stiano determinando l’insorgere di squilibri generalizzati – si legge nel documento sulle Considerazioni finali che fanno riferimento alla situazione del 2014 (vedi in allegato) -.
Nell’insieme dell’area l’andamento dei prezzi delle attività finanziarie e degli immobili non sembra riflettere pressioni speculative, la propensione al rischio degli investitori è ancora contenuta, la dinamica del credito è debole”.
Da via Nazionale non poteva mancare un accenno alla creazione di una bad bank per risolvere il grande problema finanziari dei crediti deteriorati, che negli ultimi anni di crisi si sono accumulati in capo a molte banche italiane.
Per Visco la “discussione con l'Unione europea – che prosegue da diverse settimane con un filo diretto Padoan-Bruxelles - deve essere rapida e costruttiva”, in moda da arrivare in tempi rapidi ad una decisione.
Anche in questo senso la posta in gioco per l'immobiliare è alta.
La questione dei mutui casa incagliati è una delle più consistenti e spinose: difficile immaginare una vera ripresa del mercato del finanziamento della casa – il cui erogato, anche al netto delle surroghe e delle sostituzioni, sta prendendo quota – senza prima aver risolto la questione.
E la bad bank sembra a questo punto essere la startegia d'uscita a portata di mano.
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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Dalmiglio, Savills: Advisor e competenze, il ruolo strategic
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