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7 Febbraio 2016

Ance, De Albertis presenta dimissioni

di red

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Il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, ha messo sul tavolo dell’associazione le proprie dimissioni.

Eletto nel luglio 2015, dopo una dura competizione elettorale con l’emiliano Gabriele Buia che li aveva visti gareggiare testa a testa, De Albertis non vuole condizionamenti nella sua azione che considera di profondo rinnovamento della rappresentanza dei costruttori italiani. È quanto scrive il corriere.it.

Da sempre nell’Ance (circa 20 mila aziende iscritte) esistono più anime, convivono infatti sotto lo stesso tetto le poche grandi imprese strutturate del settore (con 3-4 miliardi di ricavi) con la stragrande maggioranza delle piccole e piccolissime (anche con meno 5 milioni di fatturato). Oltre alla taglia pesano anche le differenze politico-culturali tra i territori, con le associazioni del Nord — De Albertis è milanese — più orientate al business privato e quelle del Lazio e del Sud focalizzate sui lavori pubblici. Non va dimenticato poi lo scenario di fondo che vede la filiera del mattone uscire da 8 anni di recessione che hanno terremotato il settore (nella sola edilizia si sono persi 560 mila posti di lavoro) e lo hanno lasciato senza un modello di business convincente che quantomeno prometta di far ritrovare la via maestra.

“Il nostro mondo e anche la nostra associazione devono cambiare profondamente”, dichiara De Albertis. “Servono innanzitutto nuovi modelli di impresa che siano in grado di affrontare il mercato, occorrono politiche industriali per il dopo crisi e va instaurato un nuovo rapporto con la committenza dei lavori pubblici. Il confronto dentro l’associazione riflette questa difficile ricerca”.

Uno dei primi atti della presidenza De Albertis è stato quello di avviare una forte riduzione delle spese interne all’Ance che ha portato a una prima intesa con i dirigenti e impiegati per gestire la riorganizzazione con i contratti di solidarietà. Ma è molto probabile che la politica di riorganizzazione debba continuare per dare agli associati il senso di una salutare presa d’atto della nuova situazione e quindi rimodulare le spese.

Se più in generale la linea del precedente presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, era stata molto attenta alle Pmi e per così dire sindacal-movimentista, De Albertis vuole mettere al centro quella che chiama “la qualificazione delle imprese”, un salto di qualità dell’offerta che permetta al sistema di affrontare i nodi cruciali della competizione per come si presenta nella nuova fase. Da qui la grande attenzione, ad esempio, ai temi della rigenerazione urbana e dell’efficientamento energetico. I contrasti di indirizzo dentro l’Ance si sono acuiti nelle scorse settimane con un picco di tensione fatto registrare giovedì scorso. L’annuncio delle dimissioni di De Albertis avrà per l’immediato l’effetto di accelerare il confronto interno e già da domani sarà possibile capire come si schiereranno i vari gradi dell’associazione. L’Ance fa parte di Confindustria ma in virtù di un vecchio patto tra i presidenti Pininfarina e Pisa gode di ampia autonomia e pur non volendo De Albertis rinunciare a questa prerogativa è considerato molto vicino a Giorgio Squinzi.

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