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Nonostante l’andamento incerto dell’economia, lo scorso anno l’attività del mercato immobiliare italiano è stata sostenuta e superiore a quella del 2013, con il mercato delle compravendite immobiliari che ha superato il crollo del 2012 e ha registrato uno dei periodi più attivi degli ultimi anni.
Parte da queste premesse l'analisi scritta in esclusiva per Monitorimmobiliare da Ivano Ilardo, amministratore delegato di Bnp Paribas Reim Sgr e Simone Roberti, head of research Bnp Paribas Real Estate Italia.
A sostenere le transazioni sul mercato della Penisola - spiegano Ilardo e Roberti - ci hanno pensato soprattutto gli investitori esteri, con la parte più consistente delle operazioni finalizzate tra gennaio e giugno del 2014.
A fare la parte del leone in termini di prodotti, gli immobili a uso terziario: lo scorso anno è proseguita la tendenza osservata nel 2013 con gli investimenti in uffici e in immobili commerciali che hanno rappresentato rispettivamente il 28% e il 46% del totale delle transazioni, con gli investitori esteri che hanno privilegiato gli spazi commerciali (44% delle compravendite), rispetto agli uffici (23% del totale).
A dominare la scena sono state alcune transazioni particolarmente significative portate a compimento da parte di alcuni grandi investitori stranieri: ad esempio, l’acquisizione del fondo Olinda da parte di AXA, il 50% del centro commerciale RomaEst da parte di GIC e l’immobile in Via Santa Margherita, 3 a Milano messa a segno dal Qatar Investment Authority.
È inoltre opportuno segnalare la crescita di importanza del comparto ricettivo, che ha riguardato il 13% delle transazioni, con la particolarità di essere sostanzialmente dominato dagli investitori stranieri (solo il 15% delle transazioni realizzate da investitori italiani): tra le transazioni più significative si segnalano la vendita del Forte Village Resort in Sardegna e il St Regis Grand Hotel a Roma.
Nel 2013 le operazioni immobiliari erano dominate per lo più da transazioni messe a segno tra investitori esteri che coglievano l’occasione per lasciare il mercato italiano, con un saldo netto a fine anno limitato a circa 800 milioni di euro, rispetto a un flusso in entrata di 3,4 miliardi di euro.
Nel 2014, invece, a fronte di quasi 4 miliardi di euro di investimenti esteri, il saldo finale è stato di 1,9 miliardi di euro, livello più elevato dell’ultimo decennio. In generale, una tendenza che si osserva è il ritorno delle grandi transazioni sia come single asset che come portafoglio, e la forte competizione su alcuni prodotti, in particolare gli uffici in location prime, ha fatto diminuire i rendimenti di 20 punti base a Milano e Roma.
Il trend degli ultimi mesi dello scorso anno, unito alle transazioni chiuse all’inizio del 2015 e a quelle in fase di negoziazione, mostrano come questa tendenza sia destinata a continuare, almeno per i prodotti prime.
La scarsità di offerta di questi prodotti e il forte interesse che riscontrano tra gli operatori, infatti, fanno stimare un’ulteriore diminuzione di 10 punti base nei prossimi mesi, tornando così ai livelli del 2012.
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